Usavano il trucco del finto parente: "Ciao nonna, mi servono soldi". Le intercettazioni: "Milano è un botto"

Decine di truffe agli anziani, smantellata la banda: 15 arresti tra Milano e Novara

di Angela Calzoni
«Sono l’avvocato, sua nipote ha causato un incidente, se non paga subito andrà in carcere». Telefonavano agli anziani soli e li ingannavano senza pietà. Quindici persone, 10 italiani e 5 polacchi di origine rom, sono state arrestate tra Milano e Novara con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.

Al centro dell’inchiesta ci sono «numerosissime truffe tentate o consumate» nei confronti di pensionati che venivano contattati da un finto parente in difficoltà e venivano convinti a dare cifre fino a 8000 euro e, in alcuni casi, anche gioielli per aiutarlo. «Le truffe agli anziani sono reati odiosissimi che si basano sulla debolezza affettiva delle persone», ha detto l’assessora alla Sicurezza del Comune Carmela Rozza. «Un rapinatore armato di pistola fa un crimine mettendoci il proprio rischio - ha aggiunto - in questo caso, invece, si fa il gioco facile, toccando gli anziani nei sentimenti più profondi».

È un «business europeo da decine di milioni di euro» quello delle truffe agli anziani, un «vero e proprio sciacallaggio ai danni dei più deboli», ha spiegato il procuratore aggiunto Riccardo Targetti, coordinatore del pool truffe agli anziani. «A Milano ci sono 9 - 10 denunce al giorno per truffe messe a segno o tentate. Si va dai 300 agli 8000 euro chiesti alle vittime: persone che, per età e condizioni di salute, sono più fragili e di fronte all’emozione di una notizia sconvolgente su una persona cara abbassano le difese naturali e credono a qualsiasi cosa». Per dire la manna che Milano rappresentava per la banda: «Milano è il botto... dove fanno di più ‘ste truffe. La cara nonna! Ed è vero! Tutti lì vanno!» dice al telefono - intercettata - una delle arrestate.

L’indagine è nata dalla cattura, nel settembre 2015, di uno dei componenti del gruppo, che era in possesso di numerosi cellulari.
Dai dati delle sim e dai contatti nei telefoni si è risaliti all’attività della banda che aveva la base in Polonia - dov’era stato creato una sorta di call center per contattare le vittime – ma anche diversi membri in Italia, tutti operativi e pronti a riscuotere il denaro. L’operazione riguarda venti episodi ma il fenomeno è molto esteso e gli inquirenti invitano le vittime a denunciare.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Ottobre 2017, 23:30
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