Milano, strage di via Palestro, perquisita una donna. Avrebbe guidato la vettura con l'esplosivo

Milano, strage di via Palestro, perquisita la casa di una donna. Avrebbe guidato la vettura con l'esplosivo

di Greta Posca

Il nastro è da riavvolgere a quasi trent’anni fa. È una notte d’estate del 27 luglio 1993. Davanti al Pac, il Padiglione di arte contemporanea di via Palestro, arriva una Fiat Uno grigia e parcheggia. Ne scende una donna bionda, slanciata. Poco dopo il boato. Quella vettura è imbottita di tritolo e nell’attentato muoiono cinque persone.

Nell’inchiesta sulle stragi mafiose con le autobombe del 1993, che già hanno portato a condanne definitive per Cosa nostra, oggi entra anche una donna. Per i carabinieri del Ros di Firenze, coordinati dalla Dda fiorentina titolare dell’inchiesta sulle stragi di mafia, si tratterebbe di una 57enne residente in provincia di Bergamo.

L’abitazione della donna, Rosa Belotti, è stata perquisita dai militari, arrivati a lei grazie alla comparazione dell’identikit dell’epoca, noto come “identikit numero 14”, con alcune foto. Gli inquirenti ipotizzano che la 57enne sia coinvolta nell’esecuzione materiale dell’attentato: sarebbe lei l’autista che due testimoni raccontarono di aver visto uscire dall’auto. Il 27 luglio 1993 morirono l’agente di polizia locale Alessandro Ferrari, i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, e Driss Moussafir, un 44enne marocchino che dormiva su una panchina.

Oggi il procuratore capo Giuseppe Creazzo e gli aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli ritengono di poter dare un volto alla misteriosa figura femminile. Presto la donna comparirà davanti ai pm fiorentini, che la interrogheranno e dovrà difendersi da quella che per ora resta un’ipotesi accusatoria, basata su alcuni riscontri fotografici ritenuti molto validi dagli investigatori.

Alcuni mesi dopo l’attentato, nel settembre del 1993, durante una perquisizione effettuata in un villino ad Alcamo nell’ambito delle indagini sulle stragi - che portò al sequestro di numerose armi - fu trovata in un volume di enciclopedia la foto di una donna, molto simile all’identikit elaborato sulla base dei racconti dei testimoni di via Palestro. A distanza di 28 anni, le nuove tecnologie per la comparazione dei volti a disposizione degli investigatori avrebbero permesso di identificare la foto ritrovata ad Alcamo con una foto segnaletica della donna ora perquisita, risalente al 1992. Secondo gli inquirenti la 57enne, oggi imprenditrice, sarebbe stata legata dal 1991 a Rocco Di Lorenzo, vicivia pano al clan La Torre di Mondragone.

Sulla sua figura sono in corso accertamenti anche sulla strage di via dei Georgofili a Firenze del 27 maggio 1993: anche lì fu vista una donna bionda.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 4 Marzo 2022, 09:00
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