Mamma ustiona con lo spray la figlioletta di 17 mesi, condannata a 4 anni: la bimba ricoverata tre volte

"Sospesa" la potestà genitoriale della 27enne sulla piccola, alla quale è stata anche riconosciuta una provvisionale di risarcimento di 30mila euro

Mamma ustiona con lo spray la figlioletta di 17 mesi, condannata a 4 anni: la bimba ricoverata tre volte

di Salvatore Garzillo

I medici non riuscivano a capire cosa fossero quelle ustioni sul corpo della neonata, chiazze rosse provocate certamente da un intervento esterno ma difficile da spiegare. La risposta è arrivata con le telecamere nascoste installate dai carabinieri a casa della madre, una 27enne milanese che poi è stata arrestata per maltrattamenti sulla minore quasi un anno fa, il 3 febbraio.


Ieri è arrivata anche la sentenza con rito abbreviato del gup Luca Milani, che l'ha condannata a 4 anni e ha dichiarato "sospesa" la potestà genitoriale della 27enne sulla piccola, alla quale è stata anche riconosciuta una provvisionale di risarcimento di 30mila euro. Uno dei legali della donna ha spiegato che il procedimento di adottabilità per la bimba «è stato aperto ed è ancora in corso».


La bambina all'epoca delle violenze aveva 17 mesi, la gran parte trascorsi ricoverata all'ospedale di Varese, poi di Pavia e infine al Policlinico di Milano. Tutti i dottori si erano accorti di quelle lesioni ma sono stati i carabinieri a dimostrare che erano provocate dall'uso ravvicinato del deodorante spray: l'emissione quasi a contatto con la pelle delicata della bambina le causava ustioni da freddo.


Dopo un periodo in carcere ora la 27enne è ai domiciliari con il braccialetto elettronico e sta seguendo un percorso di cura psicologica. Sul suo cellulare erano state recuperate 80 foto «rappresentanti scrive il magistrato - le lesioni sulla cute della minore». I suoi legali Vincenzo Sparaco ed Emmanuele Panza hanno tentato la strada del vizio di mente ma hanno trovato il muro della perizia psichiatrica affidata dal gup al medico legale Mara Bertini.


La madre, infatti, «si trovava in una condizione di significativo disagio emotivo» con una «sindrome di Munchausen» (anche conosciuto come "disturbo fittizio" perché chi ne è affetto finge malattie per attirare l'attenzione, ndr) ma le «condizioni cliniche globalmente rilevate» non erano «gravi» e non hanno determinato una «infermità mentale».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Gennaio 2024, 08:19
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