Covid, Zangrillo esulta: «Pronto soccorso vuoto, vaccini fanno la differenza». La risposta di Galli

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Torna a parlare Alberto Zangrillo, primario di anestesia e rianimazione dell'ospedale San Raffaele di Milano, che questa mattina su Twitter ha detto che il suo Pronto Soccorso Covid è finalmente vuoto. «Cari signori giornalisti, questa mattina il Pronto Soccorso Covid19 del San Raffaele è vuoto. Vaccini, ricerca e soprattutto cure corrette e tempestive fanno la differenza», scrive Zangrillo nel suo tweet, che ha provocato tante reazioni, specie alla luce del fatto che circa un anno fa, in estate, il medico in tv disse che il virus era «clinicamente morto».

Tra le reazioni al tweet di Zangrillo quella del collega Massimo Galli, infettivologo al Sacco di Milano. Ospite di Timeline su SkyTg24, Galli lo ha definito un «egregio rianimatore». «Non mi piace contrappormi ai colleghi, sono stanco - le sue parole - Il professor Zangrillo fa egregiamente il rianimatore, ma meno l'epidemiologo o il virologo, e ha un altro approccio. L' impressione è che questo tipo di messaggi non tenga conto di una serie di fenomeni che stiamo vedendo e sono sconcertanti, come ad esempio la crescita delle infezioni in Germania. Dobbiamo essere cauti anche se sta arrivando l'estate», perché «tantissimi dei non vaccinati sono in una fascia critica».

«Forme gravi drasticamente diminuite»

In un'intervista all'Adnkronos Salute, Zangrillo ha aggiunto: «La terapia più efficace contro il coronavirus Sars-CoV-2? Si chiama medico di medicina generale. E spero che a questa figura sia riservato un ruolo di grande responsabilità e prestigio nelle sfide che in futuro la medicina ci proporrà».

Per Zangrillo, primario di anestesia e rianimazione dell'Irccs San Raffaele di Milano, il medico di famiglia, le cure primarie, quell'insieme che viene definito il territorio, «è fondamentale, prioritario». Tanto da lanciare una proposta: «La Medicina generale dovrebbe essere una vera e propria specializzazione dopo la laurea magistrale», con una Scuola di specialità dedicata, dice il prorettore dell'università Vita-Salute. È questo che la lotta a Covid-19 sta rendendo evidente, sottolinea l'esperto.

Quanto al tweet di stamattina, Zangrillo ha spiegato che, a suo avviso, a fare la differenza sono i vaccini, senz'altro, ma anche la ricerca e soprattutto «cure corrette e tempestive». «Il mio vuole essere un messaggio di grande ottimismo - spiega - Chi vive in ospedale ha dei parametri monitor che consentono di capire prima se il tempo volge al bello. E questi sono per esempio la tipologia di pazienti che giungono in Pronto soccorso: quando vedi che le forme gravi» di Covid-19 «sono drasticamente diminuite, inizi a sperare che le cose vadano meglio».

L'esperto approfondisce poi il senso della sua riflessione che chiama in causa anche i colleghi in prima linea su un altro fronte, quello del territorio appunto. Guardando alle lezioni del presente e a come si può migliorare il futuro, Zangrillo non ha dubbi su cosa andrebbe insegnato ai camici in erba: «Fondamentale è proprio la collaborazione strettissima, il colloquio quotidiano fra medico di medicina generale e struttura ospedaliera. È impensabile che nell'era moderna, nella medicina moderna, la digitalizzazione e la telemedicina non favoriscano questo rapporto. È prioritario farlo». 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Aprile 2021, 17:41
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