L'errore di un'ostetrica durante il travaglio è costato caro a un neonato che ha riportato gravi danni permanenti. L'ostetrica ha sbagliato ad interpretare il monitoraggio della frequenza cardiaca, i giudici della sezione giurisdiziale per la Regione Lombardia della Corte dei Conti l'hanno perciò condannata a risarcire l'azienda sociosanitaria con 500mila euro.
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I precedenti
Non è la prima volta che si presenta il un caso di malpractice medica. Nell'ospedale di Chiari era già accaduto nel 2015. Durante il parto, il bambino rimase per troppo tempo senza ossigeno: cosa che gli provocò un grave danno, ossia una paralisi celebrale.
La sentenza
Subito dopo la liquidazione del risarcimento partì la segnalazione da parte dell'azienda alla Corte dei Conti, che citò in giudizio la ginecologa e l'ostetrica di turno. La sentenza: la sezione giurisdiziale decise per l'assoluzione della ginecologa e la condanna dell'ostetrica. Secondo la ricostruzione dei giudici, quel giorno, dalle 21 il tracciato dell'attività cardiaca fetale rivelava una frequenza di categoria II, ossia che può evolvere in una sofferenza del feto. Il danno si sarebbe sicuramente potuto evitare se ci fosse stato un parto cesareo entro le 23.45. Ma a quell'ora l'ostetrica ha richiesto l'intervento della ginecologa, senza urgenza.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Marzo 2023, 09:21
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