Anziana 'latitante fiscale' fa rientrare 15 milioni dall'estero. E dona il suo patrimonio ai poveri

Anziana 'latitante fiscale' fa rientrare 15 milioni dall'estero. E dona il suo patrimonio ai poveri
Con un complesso sistema di trust un'anziana di 92 anni, Anna Maria Ghezzi, era riuscita per tantissimo tempo a non versare soldi 'nascondendoli' al fisco, fingendo di essere residente in Svizzera e nel Regno Unito: per questo era ritenuta una «latitante fiscale». La Ghezzi, titolare tra gli anni '80 e '90 dei negozi di lusso 'Gavazzi', che vendevano in particolare cravatte di alta moda, ci ha però ripensato e ha fatto rientrare dal Paese elvetico oltre 15 milioni di euro.

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Una cifra record per una sola persona fisica: la donna li ha versati all'Agenzia delle Entrate per pagare il debito tributario e ottenere così anche un patteggiamento a 8 mesi, pena sospesa, per evasione fiscale. Ma soprattutto, scrive il 
Corriere della Sera, ha devoluto ciò che resta del proprio patrimonio - che si aggira intorno ai 90 milioni di euro - ad enti di assistenza pubblica e privata per poveri e bisognosi.

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RESIDENTE ALL'ESTERO MA ABITAVA A MILANO Secondo le indagini del pm di Milano Paolo Storari, la 92enne, difesa dai legali Rosario e Gabriele Minniti, nel '94 si iscrisse all'anagrafe dei residenti all'estero, simulando di essere residente prima in Svizzera e in seguito nel Regno Unito, mentre in realtà, almeno dal 2014, abitava a Milano. Il capoluogo lombardo, infatti, scrive il gip Guido Salvini nella sentenza, «è la città» dove la donna «vive abitualmente» in un appartamento «'di famiglia' ristrutturato secondo i propri desiderata che, come evidenziato dai dati delle utenze elettriche e del gas sopra riportate, la stessa risulta stabilmente occupare almeno dal gennaio 2011».

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Nell'inchiesta è emerso anche che l'anziana frequentava regolarmente una «palestra» a Milano e i «dati dello 'spesometro'» hanno evidenziato che la città lombarda è «il centro dei suoi affari ed interessi personali», anche «alla luce dell'elevata età anagrafica» con «il costante ricorso a cure mediche e fisioterapiche» nel capoluogo lombardo. Inoltre, si legge nella sentenza, «anche il ripetuto recarsi in Svizzera, per poche ore, per effettuare dei prelievi sotto la soglia consentita dalle leggi doganali in materia, è sintomatico della necessità di doversi approvvigionare del denaro contante necessario alle spese quotidiane che la stessa sostiene in Italia».

IL PATTEGGIAMENTO Il «patrimonio finanziario» dell'anziana, calcolato nell'inchiesta in circa 100 milioni di euro, anche grazie all'aiuto di un commercialista (difeso dal legale Davide Steccanella, ha patteggiato una pena pecuniaria di 45mila euro) è stato «abilmente schermato dietro la continua predisposizione di trust in Paesi esteri». Il professionista avrebbe stilato per la donna anche «un vero e proprio 'vademecum' consigliandole le migliori strategie» per aggirare l'Erario italiano.

All'anziana, però, sono state riconosciute sia le attenuanti generiche che quella per aver estinto i debiti tributari: ha collaborato con i magistrati e «ha provveduto ad eseguire il versamento della ingente somma» di circa 14,5 milioni all'Agenzia delle Entrate «il 14 gennaio 2019».
Ha versato un altro milione per le imposte del 2017 e oltre 3,6 milioni al figlio (da un suo esposto si è arrivati ad un sequestro di 40 milioni a carico della madre). In più, ricorda il gip, l'anziana «devolve importi rilevanti in favore di istituzioni sanitarie» e «istituendo il Trust ('The Charlie Trust'), ha disposto che il suo ingente patrimonio sia devoluto in favore di enti di assistenza pubblica e privata».

Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Maggio 2019, 11:24
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