Ex Ilva, i sindacati: incendio al reparto due, fiamme altissime all'ArcelorMittal
Ilva, fermo il tavolo con Arcelor, Conte cerca un'altra cordata. Salta l'incontro, Gualtieri apre a Cdp
Così come è «avvenuto nei giorni scorsi», afferma il sindacato, «nell'area 'AGL/2'» dove è crollato «un piano di calpestio afflitto da sovraccarico strutturale». La sicurezza dentro e fuori la fabbrica, con le malattie addebitate all'inquinamento industriale a Taranto, continuano a porre interrogativi e a volte a dividere la popolazione su cosa sia meglio per la città: un futuro con l'acciaieria, e quindi con un lavoro per tutti; oppure una vita senza i fumi di un'industria che hanno sempre fatto paura. Ancora una volta ieri le mamme del Tamburi, il quartiere ridosso del siderurgico, hanno manifestato per chiedere la chiusura dello stabilimento e una «Taranto libera dai veleni». Intanto, mentre il governo lavora a una soluzione che possa far restare ArcelorMittal a Taranto, valutando anche il reintegro dello scudo penale purché non ci siano i cinquemila esuberi necessari secondo la multinazionale per andare avanti, l'Usb ha proclamato lo sciopero generale per venerdì 29 novembre, con una manifestazione nazionale a Taranto. «Si vuole costringere una città a piangere altri morti e a continuare a sopportare i fumi e le polveri omicide dell'ex Ilva - afferma il sindacato - pur di salvaguardare l'occupazione, e nemmeno tutta». La Fiom Cgil di Taranto, invece, ha chiesto un incontro urgente all'amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, sugli «attuali e futuri assetti produttivi» e in particolare sull'annunciato progressivo stop degli impianti.
Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Novembre 2019, 18:50
© RIPRODUZIONE RISERVATA