A Otto e Mezzo, su La 7, da Lilli Gruber, interviene la giornalista russa Nadana Fridrikhson che racconta un punto di vista diverso e allineato con il Cremlino. Si consuma un piccolo scontro prima di tutto sulle parole: «Non è un'invasione, è un'operazione speciale», spiega in collegamento la cronista che lavora per un'emittente gestita dal ministero della Difesa. «Le immagini le vediamo anche noi e quello che vediamo è una guerra», precisa la conduttrice.
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L'intenzione è quella di dare spazio a un altro punto di vista, ma si ricorda che la propaganda segna irrimediabilmente tutte le versioni. «La Russia non ha occupato il Donbass, ma ne ha riconosciuto l'indipendenza... L'obiettivo russo era proteggere le persone che abitano questo territorio», dice Fridrikhson.
«Io personalmente mi fido di più di un giornalista del New York Times che lavora per un quotidiano con una lunghissima tradizione di giornalismo autonomo e indipendente, critico verso il potere, che opera in un Paese dove la libertà d'espressione dei giornalisti viene tutelata e garantita molto più di quanto accada per un giornalista russo, costretto a utilizzare tutta una serie di parole e adottare verità costruite perché se non lo fa viene messo in carcere. Sono cose che qui non accadono ed è una differenza che devo ricordare», le parole di Gruber. «Vi invito a venire a Mosca, nel mio programma, per vedere coi vostri occhi come lavoriamo», la conclusione dell'ospite.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Aprile 2022, 15:02
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