Domenico Vellega ferito e poi bruciato vivo dentro la sua auto, arrestati la ex moglie e il suo compagno. Scoperti per un paio di guanti blu

Svolta nelle indagini nel tragico omicidio di Domenicantonio Vellega, trovato morto carbonizzato nel marzo del 2022

Domenico Vellega ferito e poi bruciato vivo dentro la sua auto, arrestati la ex moglie e il suo compagno. Scoperti per un paio di guanti blu

di Redazione web

 Era tramortito ma ancora in vita Domenico Vellega quando la ex moglie e il suo nuovo compagno, la sera del 3 marzo 2022, dopo averlo ferito, l'hanno riposto in un'auto poi data alle fiamme: è la raccapricciante scoperta fatta dai carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli) nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura di Nola, che hanno portato all'arresto di Maddalena Masi e del compagno Francesco Miranda, di 39 e 51 anni ora entrambi accusati di omicidio aggravato.

Il cadavere trovato carbonizzato dentro una Fiat 600

Le due fasi del grave assassinio, secondo quanto accertato dagli investigatori, sono avvenute tra Acerra e Marigliano, nel Napoletano. Ad Acerra, in via Torricelli, venne trovata infatti la Fiat 600 con all'interno il cadavere carbonizzato di Vellega. L'uomo venne invece tramortito invece a casa della donna, a Marigliano, dove viveva con il complice, il suo compagno. Le indagini dei militari hanno consentito anche di escludere l'iniziale ipotesi di suicidio. I due indagati sono stati chiusi nelle carceri di Napoli Poggioreale e Pozzuoli.

Incastrati da un paio di guanti blu

 A incastrare Maddalena Masi e il compagno Francesco Miranda, 39 e 51 anni, accusati dell'omicidio - al momento senza un chiaro movente - dell'ex marito della donna, Domenicantonio Vellega, il cui cadavere carbonizzato venne trovato il 3 marzo 2022 in un'auto data alle fiamme ad Acerra, sono stati i guanti blu: secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, alcuni testimoni videro un uomo vestito con abiti scuri che indossava un paio di guanti blu allontanarsi dal luogo dell'incendio.

Guanti dello stesso tipo sono stati ritrovati due giorni dopo l'avvistamento e il ritrovamento del cadavere, in un bidone dell'immondizia, sul balcone dell'abitazione della ex moglie della vittima.

Una testimone aveva riferito, in merito alla presenza dei guanti, che la donna li usava per pulire il balcone ma la sera del ritrovamento, quando venne eseguito un sopralluogo in quell'appartamento le condizioni igieniche erano tali da impedire ai carabinieri di utilizzare la tecnica del luminol, proprio per scarsissime condizioni igieniche in cui versava la casa. Inoltre i militari dei Reparti Investigazioni Scientifiche hanno anche trovato macchie di sangue di Vellega nell'appartamento dove vivevano Masi e Miranda e dove la vittima era presente fino a una ventina di minuti che la sua Fiat 600 prendesse fuoco


Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Gennaio 2024, 12:57
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