Rigopiano, l'hotel non doveva essere costruito ed i soccorsi vennero attivati in ritardo

Rigopiano, l'hotel non doveva essere costruito ed i soccorsi vennero attivati in ritardo

di Emilio Orlando
Una tragedia che si poteva evitare, e molte vite si sarebbero poture salvare se l' intervervento dei soccorritori sarebbe stato tempestivo. Venticinque gli avvisi di garanzia per la tragedia che sconvolse l'Abruzzo nel 2017, dove persero la vita 29 persone, notificati dai carabinieri forestali abbruzzesi e dalla squadra mobile della questura di Pescara a  quasi due anni dalla valanga che inghiottì e distrusse l'Hotel Rigopiano di Farindola. Ventriquattro persone e una società, la Gran Sasso Resort & Spa, hanno ricevuto la comunicazione di garanzia.

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Tra gli indagati ci sono l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, il presidente della Provincia Antonio Di Marco, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, i dirigenti del dipartimento di Protezione civile Carlo Visca e Vincenzo Antenucci, il gestore dell’albergo Bruno Di Tommaso  e  funzionari  di vari enti. La procura ha chiesto invece l’archiviazione per gli ex presidenti della Regione, per gli ex assessori alla protezione civile e per la funzionaria che nella telefonata del ristoratore Quintino Marcella, primo a lanciare l’allarme - pronunciò la frase: «La madre degli imbecilli è sempre incinta», pensando si trattasse di uno scherzo di pessimo gusto. Gli indagati dovranno rispondere in tribunale dei reati di crollo di costruzioni o altri disastri colposi, omicidio colposo, lesioni colpose, abuso d’ufficio, falso ideologico, abuso edilizio, omissione d’atti d’ufficio e di vari reati ambientali. 

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La valanga che il 18 gennaio di due anni fa seminò la morte tra i villeggianti, arrivò dopo mesi di scosse legate allo sciame sismico dopo il terremoto di Amatrice, che cinque mesi prima aveva ucciso 299 persone. Le operazioni di ricerca dei superstiti durarono otto giorni e otto notti. Solo  undici persone vennero salvate.  
ll giorno prima della tragedia i clienti dell'hotel della “morte” rimasero bloccate a causa di una forte nevicata che aveva interrotto l’unica strada che conduceva alla struttura . Clienti e personale dell’albergo, infreddoliti e spaventati, aspettavano da ore i soccorsi quando la gigantesca slavina investì l’albergo. 
Secondo la procura di Pescara la tragedia si sarebbe potuta evitare se fosse stata predisposta la carta di localizzazione del pericolo valanga. La zona su cui venne edificato l’Hotel Rigopiano, faceva parte di quelle aree in pericolo e avrebbe determinato l’immediata sospensione di ogni utilizzo invernale della struttura. Di questa grave omissione mancanza sono accusati gli amministratori locali. 

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Gravi le accuse mosse dai magistrati all'ex prefetto ed all'ex capo di gabinetto della prefettura. I due sono accusati di non aver attivato rapidamente la macchina dei soccorsi. Diversi milioni di euro saranno invece i risarcimenti richiesti dalle varie parti civili dei familiari delle vittime e dei superstiti alle varie istituzioni. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Novembre 2018, 23:03
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