Niccolò Ciatti, il killer ceceno è fuggito: era stato condannato a 15 anni. Il papà: «Era quello che temevamo»

Niccolò Ciatti, il killer ceceno è fuggito: era stato condannato a 15 anni. Il papà: «Era quello che temevamo»

di Domenico Zurlo

Era quello che temeva il papà, e infatti è successo. Rassoul Bissoultanov, il ceceno 29enne condannato a 15 anni di reclusione per la morte di Niccolò Ciatti, è scappato. Il giovane, condannato per omicidio volontario, non si è presentato questa mattina davanti al Tribunale spagnolo di Girona dov'era fissata l'udienza per la carcerazione, che doveva ricalcolare la rideterminazione della reclusione dato che il ceceno era stato in carcere per quattro anni.

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Dopo aver preso atto della irreperibilità di Bissoultanov, il giudice ha emesso nei suoi confronti un mandato di cattura internazionale. L'omicidio avvenne nella notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, nota località della Costa Brava, in Spagna: Niccolò, 21enne di Scandicci, venne pestato senza alcun motivo mentre si trovava nel locale durante la sua vacanza con gli amici.

 

Oggi doveva andare in carcere

«Rassoul Bissoultanov stamani non si è presentato all'udienza per la carcerazione al tribunale di Girona perché gli era chiaro che sarebbe andato in carcere. Il suo difensore non sapeva dire nulla al giudice, non sapeva dove fosse il suo assistito, non ha esibito né certificati medici né altre giustificazioni. Ora in pratica è un latitante», spiega il legale della famiglia Ciatti, avvocato Agnese Usai. «È imbarazzante, è fuga annunciata». In udienza stamani, spiega Usai, «il pubblico ministero spagnolo Victor Pillado avrebbe chiesto il carcere per 7 anni e mezzo, la metà della condanna di primo grado, e il giudice certamente avrebbe accordato la misura della carcerazione. Guarda caso non si è presentato».

Con la notifica della sentenza di primo grado, il condannato in Spagna riceve anche la fissazione dell'udienza di carcerazione in cui si discute della misura da applicare e che viene scontata in attesa dell'appello. Nel frattempo il condannato resta di fatto in stato di libertà. Per l'avvocato Usai «è una fuga annunciata», «perché Bissoultanov aveva già tentato di scappare nell'agosto 2021 quando dicendo di andare a rinnovare un permesso a Strasburgo poi invece la polizia tedesca lo fermò al confine, a Kehl, dove voleva entrare in Germania e così venne estradato in Italia», altrimenti sarebbe fuggito ancora verso Est.

«Il vero problema - aggiunge Usai - è che Bissoultanov in Italia è stato scarcerato, ce l'avevamo qua ed è stato scarcerato... Continua a prenderci in giro». La corte di assise di Roma il 22 dicembre 2021 revocò il carcere al ceceno su richiesta dei difensori.

Poi, la Cassazione annullò questo provvedimento ma intanto Bissoultanov aveva lasciato l'Italia tornando in Spagna dove soggiorna in Catalogna. 

Il papà: «Indignato e arrabbiato. Era quello che temevamo»

«Dire che sono indignato è poco, dire che sono arrabbiato è altrettanto poco e forse arrabbiato non è nemmeno il verbo che vorrei usare. I nostri timori, le nostre paure si sono avverate. Lo abbiamo detto in mille modi: attenti quello scappa», il commento all'Adnkronos di Luigi Ciatti, padre di Niccolò. «Mio figlio è stato ucciso senza un motivo, a sangue freddo, mentre ballava da un uomo che non è certo un bravo ragazzo - ha detto Luigi Ciatti - In questa vicenda il solo condannato vero è Niccolò, perchè il suo assassino è ancora libero. Spero che il giudice spagnolo abbia una coscienza e si renda conto del suo comportamento. Tra il verdetto della giuria popolare e la sentenza che ha inflitto la pena è passato più di un mese! Ma come si fa? È chiaro che un assassino in queste condizioni cerca di farla franca, e così è successo». «Di fronte a questa giustizia non paga nessuno, anzi paga solo mio figlio - ha aggiunto Luigi Ciatti - Noi continueremo a chiedere giustizia per Niccolò. Noi andiamo avanti, possiamo solo pregare e sperare che ci sia una giustizia da qualche parte».

Così il ceceno uccise Niccolò in discoteca a Lloret

Secondo quanto ricostruito durante le indagini, Bissolultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017, sulla pista da ballo della discoteca 'St Trop', insieme a due connazionali, improvvisamente prese di mira Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l'ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale. Bissoultanov, poco più grande di Niccolò, sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci, che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo. Anche Magomadov avrebbe preso parte al pestaggio, e alcuni video girati dai presenti in discoteca e le testimonianze degli amici di Niccolò lo confermerebbero.

Lo scorso 20 maggio la Cassazione ha annullato la scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, estradato dalla Germania in Italia e scarcerato il 22 dicembre 2021 dai giudici della Corte d'Assise di Roma. Il ceceno nel frattempo però è tornato in Spagna dove per lo stesso caso era già stato aperto un processo, che agli inizi di giugno si è concluso con il verdetto di condanna del Tribunale provinciale di Girona. Nel frattempo va avanti il processo in Italia per l'omicidio di Niccolò Ciatti. Lo scorso 8 giugno i giudici della Terza Corte d'Assise di Roma hanno dichiarato «infondata» l'istanza avanzata dalla difesa di Rassoul Bissoultanov, con cui chiedeva di chiudere il processo italiano, per il ne bis in idem, alla luce della sentenza di primo grado pronunciata nelle scorse settimana dai giudici spagnoli che hanno condannato il ceceno per omicidio volontario aggravato.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Luglio 2022, 16:42
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