Morto per emorragia cerebrale a 40 anni, Andrea era stato dimesso 3 volte dall'ospedale prima del malore: indagati sei medici

«Oddio, la testa», sarebbero state le sue ultime parole lo scorso 3 novembre. Sotto accusa l'ospedale di Schiavonia

Morto per emorragia cerebrale a 40 anni, Andrea era stato dimesso 3 volte dall'ospedale prima del malore: indagati sei medici

Un uomo è morto lo scorso novembre, a causa di una emorragia cerebrale. Andrea Nataliato, 40enne di Arre nel Padovano, era stato dimesso tre volte dall'ospedale di Schiavonia, dove si era presentato per via di un dolore opprimente e insopportabile alla testa, con un aumento della pressione. Poi il malore, che gli ha stroncato la vita. Adesso sei medici sono indagati e dovranno rispondere davanti al gip dei fatti.​

Daniela Giordano, morta l'ex Miss Italia e attrice: stroncata dalla malattia a 74 anni

Lando Buzzanca morto, l'ultima denuncia della compagna: «Rinchiuso in un hospice, vogliono farlo morire senza clamore»

Cosa è successo

«Oddio, la testa», sarebbero state le ultime parole di Nataliato, prima di stramazzare al suolo e venire stroncato. Come riporta il Corriere Veneto, per la prima volta si era sentito male il 21 ottobre scorso e aveva avvisato i parenti, ma pensando a una banale influenza aveva provato a curarsi con la tachipirina. Non avendo gli effetti sperati, si è recato alla guardia medica, dove gli è stata prescritta una normale terapia farmacologica per la pressione alta.

La mattina del 28 ottobre, dopo giorni di sofferenze, si è presentato per la prima volta al pronto soccorso, dove è stato sottoposto a due tac, che hanno dato esito negativo. Con la pressione a 170/120, molto al di sopra del livello di guardia, gli viene prescritta una terapia farmacologica più abbondante per diminuire la pressione e nel tardo pomeriggio viene dimesso.

Il secondo ricovero e la morte

Il giorno successivo, con i dolori che non accennano a diminuire, l'uomo scrive al medico che l'aveva visitato, che gli consiglia di aumentare il dosaggio e di tornare in pronto soccorso se la situazione non fosse migliorata. La mattina del 31 ottobre, a 3 giorni dal primo ricovero, torna in ospedale con gli stessi sintomi e la pressione sempre elevata. Viene visitato, e sottoposto anche ad una visita cardiologica, per poi essere nuovamente dimesso verso mezzogiorno. Meno di 48 ore dopo, perde i sensi in casa, ma non prima di aver messo in allarme la compagna con un urlo, strozzato dal dolore. Ricoverato d'urgenza, gli viene riscontrata una emorragia cerebrale estesa. Trasferito all'ospedale di Padova, muore il 3 novembre. Gli inquirenti ora dovranno stabilire le colpe, se ce ne sono, dei medici che l'hanno visitato e se ci fosse stato un modo di salvarlo. 


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 21:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA