Melegatti, lo stabilimento è chiuso ma gli operai entrano per curare il lievito madre del 1894
Entro fine giugno dovrebbe poi partire l’asta competitiva per la vendita: ci sarebbero già alcune dichiarazioni di interesse relative all’intero gruppo, particolare importante perché in questo modo si eviterebbe lo spettro dello spezzatino. Già prima del fallimento la triestina Hausbrandt e un fondo americano (DE Shaw) espressero il loro interesse, e potrebbero rifarsi avanti, considerando che si tratterebbe di acquisire Melegatti senza debiti. Se il piano dei curatori va in porto, l'asta potrebbe partire a luglio e il compratore potrebbe far partire la produzione per i pandori e i panettoni a Natale.
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INTERROGAZIONE DI LEU Intanto ieri i senatori di Leu hanno presentato una interrogazione (primo firmatario Francesco Laforgia) al Ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio per chiedere se non ritenga opportuno convocare urgentemente, le parti interessate alla vicenda, per assumere i provvedimenti opportuni al fine di salvaguardare l'occupazione dei lavoratori, e ponendo in essere «tutte le iniziative necessarie affinché si eviti il fallimento della storica azienda dolciaria».
«I dipendenti dell'azienda - scrivono i parlamentari -, tra diretti e lavoratori stagionali, sono 350 e nonostante il fallimento, alcuni lavoratori, sono entrati ugualmente nello stabilimento per prendersi cura del 'lievito madre', uno degli ingredienti fondamentali per il prodotto core business dell'azienda: il pandoro, prodotto dal 1894, che ha il vanto di essere un prodotto assolutamente originale, simbolo di una storica tradizione italiana, un vanto del made in Italy».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Giugno 2018, 14:22
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