Alessio Eliyahu Pentivolpe, insegnante annegato in Madagascar. Il papà: «Un giallo? L'hanno fregato, ma non c'entra con la sua morte»

Le testimonianze risultavano discordanti sulla data della morte, registrata il 23 febbraio

Alessio Eliyahu Pentivolpe, insegnante annegato in Madagascar. Il papà: «Un giallo? L'hanno fregato, ma non c'entra con la sua morte»

di Redazione web
Una morte misteriosa quella di Alessio Eliyah Pentivolpe? Per il papà Leonardo no. Suo figlio era un insegnante quarantunenne annegato nell’Oceano Indiano lo scorso 24 febbraio, al largo delle coste del Madagascar. In un primo momento la morte dell'uomo sembrava un vero e proprio giallo. Era arrivata in Italia la notizia che, nei giorni prima della morte, Alessio fosse stato rapinato e truffato.

Inoltre, le testimonianze risultavano discordanti sulla data della morte, registrata il 23 febbraio. Il funerale del ragazzo, invece, è avvenuto sabato 16 marzo. 

«Non ci sono dubbi sulla morte di Alessio - sottolinea il papà al Corriere della Sera - se ci fosse stato il minimo sospetto sarei già partito per il Madagascar». Il papà si rammarica però del fatto che il figlio fosse da solo. 
Alcuni turisti hanno infatti notato il corpo del ragazzo galleggiare a riva, dando però l’allarme quando era già troppo tardi. Ma come spiega il padre, Alessio era un esperto e prudente viaggiatore in un paese ritenuto turistico e sicuro. Resta l'amaro in bocca: «Se fosse stato in compagnia di altre persone gli avrebbero prestato il soccorso più rapidamente». 

La ricostruzione

«Il console non avrebbe permesso che un cittadino italiano venisse aggredito e ucciso senza fare un’indagine – spiega Leonardo Pentivolpe. – Ci ha mandato le foto: sulla salma non c’era nessun segno di violenza, aveva le spalle ustionate dal sole.

Il bungalow sulla spiaggia non era stato forzato. Il cellulare, il borsello e gli oggetti di Alessio erano presenti». 

Prove inequivocabili per quella che per la famiglia è «una tragedia in mare». Il padre, infatti, sapeva che Alessio amava nuotare, come avrebbe fatto in un’area a divieto di balneazione per le forti correnti che arrivano nel porto della città. Ora alla famiglia Pentivolpe non resta nessuna azione da intraprendere in Madagascar. 

«È vero che ha cambiato i soldi al mercato e che l’hanno fregato, non gli hanno dato una cifra corrispondente. Sono cose che possono capitare, ma non c’entrano con la morte di Alessio». Come spiega Leonardo, dopo la tragedia la famiglia Pentivolpe è stata assistita dalle autorità locali e dal console onorario d’Italia ad Antananarivo Michele Franchi.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Marzo 2024, 23:15
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