«Stefano Leo come David Raggi, ucciso da un marocchino che doveva essere in galera»
Badr è stato protagonista negli ultimi due anni di tre episodi violenti. Il primo a settembre, quando si è attardato nel cortile al momento del rientro dell'ora d'aria e quando la guardia gli si è avvicinato lo ha colpito con un pugno e ferito al volto con una lametta. Il giorno dopo, mentre le guardie soccorrevano un altro detenuto che si era infortunato, lui ha preteso l'installazione di un televisore in cella e al rifiuto li ha aggrediti dando fuoco ad alcuni stracci e urlando: «Italiani di m... questa è la considerazione che avere di noi. Vi ammazzo tutti, sono nato martire e morirò martire. Allah Akbar». Nel 2018, infine, assieme a tre compagni di cella ha ferito 11 agenti utilizzando bombolette e accendini.
HA CITTADINANZA ITALIANA Il giovane, hanno spiegato in questura, ha padre egiziano e madre tunisina ma è nato a Milano e ha cittadinanza italiana. Il provvedimento del tribunale di sorveglianza fa riferimento alla sua attività di rapinatore (8 i colpi accertati) ma la polizia ha sottolineato che è ritenuto un soggetto «dalla potenziale radicalizzazione» a causa della frase urlata nel corso dell'aggressione in carcere nel 2017.
La sua storia criminale inizia nel 2013, quando ancora minorenne picchia e rapina una ragazza del proprio cellulare.
Nel 2015 è stato bloccato mentre tentava di rubare un martello pneumatico all'interno di un cantiere. Nel 2016, dal 17 febbraio al 3 marzo, ha commesso 7 rapine a farmacie e profumerie a Milano. Colpiva assieme a un complice rimasto ignoto, era armato di coltello o spranga. Lo presero mentre tentava di realizzare l'ottava rapina grazie al sistema della polizia «Key Crime».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Aprile 2019, 20:33
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