Coronavirus, il Soccorso Alpino e Speleologico richiama al buon senso: «State a casa, un soccorso potrebbe impegnare decine di operatori, anche sanitari»

Coronavirus, il Soccorso Alpino e Speleologico richiama al buon senso: «State a casa, un soccorso potrebbe impegnare decine di operatori, anche sanitari»

di Alessia Strinati
L'emergenza per il Coronavirus ha limitato spostamenti e assembramenti, ma di fatto non le uscite all'aria aperta. Si può passeggiare, certo, ma occorre buon senso soprattutto per gli sportivi che amano andare in montagna, a scalare in falesia, o a svolgere altre attività all'aria aperta. A richiamare al buon senso è proprio il Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale che sui social ha diffuso una nota degna di attenzione.

Leggi anche > Coronavirus, il Lazio proibisce il servizio al banco nei bar. Cosa si può o non fare fino al 3 aprile

«Il Paese è in difficoltà: i medici e gli infermieri del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico - CNSAS sono impegnati insieme agli altri colleghi ad assistere migliaia di contagiati dal nord al sud Italia», viene premesso, poi continua: «Sapete bene che per effettuare un soccorso speleologico in grotta o un soccorso alpino in alta montagna dobbiamo impegnare decine di operatori, compreso il personale sanitario. Immaginate quindi le difficoltà a cui andremmo incontro in questo momento per effettuare un soccorso, un soccorso che naturalmente metteremmo in atto, ma che potrebbe innescare una delicata gestione post intervento».

Di fatto non vi è alcun provvedimento che limiti la circolazione sui sentieri, in montagna, o nelle falesie, però va detto che un incidente, magari banale, uno smarrimento, potrebbe gravare su in sistema purtroppo già congestionato e allo stremo. Il post poi prosegue: «Ci sarà tempo per scalare nuovamente una montagna, ci sarà tempo per esplorare di nuovo insieme una grotta. Adesso però è il tempo di fermarsi. Il tempo di essere responsabili verso sé stessi, verso gli altri e verso l'Italia. Come è scritto nella Costituzione italiana: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Dobbiamo difendere questi valori, dobbiamo salvaguardare i nostri medici, i nostri infermieri e l'Italia da un collasso del Servizio Sanitario Nazionale. Non vengono chiesti sacrifici immani, non viene chiesto di scalare una montagna da 3000 metri: viene chiesto di rimanere in casa per un breve periodo di tempo».

L'invito quindi è quello di sospendere le attività fino a quando l'emergenza non sarà rientrata. Da amanti della montagna il Soccorso Alpino si rivolge proprio a chi ama la montagna e ama viverla in ogni sfaccettatura: 
«#iorestoacasa non è uno slogan, non è un hashtag per riempire i social ma un invito concreto a limitare al massimo gli spostamenti non necessari. Ce la possiamo fare. Ce la faremo. Coraggio, Italia!».
 

Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Marzo 2020, 15:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA