Catanzaro, certificati falsi per non andare a lavoro durante il lockdown: 41 medici che si assentavano dal lavoro sono ora indagati

Scatta anche il sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 46mila euro nei confronti di 13 medici che si sono assentati dal lavoro per protesta e paura del covid

Catanzaro, certificati falsi per non andare a lavoro durante il lockdown: 41 medici che si assentavano dal lavoro sono ora indagati

La guardia di finanza di Catanzaro ha effettuato un sequestro preventivo per oltre 46mila euro nei confronti di 13 medici del servizio di emergenza del 118 che, durante il lockdown, si assentavano da lavoro grazie a certificati di malattia falsi. Gli indagati per truffa e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, al momento sono 41.

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A segnalare alle autorità i «furbetti» del certificato falso è stato lo stesso dirigente del Servizio 118. Le indagini della guardia di finanza, poi, hanno fatto il resto accertandosi che le patologie riportate nei certificati erano del tutto inesistenti e diagnosticate al telefono da molti medici che si erano prestati a questo sotterfugio.

Nello specifico un gruppo di medici si è accordato per dare luogo a una ritorsione ai danni dell'A.S.P. dopo la sospensione, e al contestuale recupero, di una speciale indennità, che sarebbe stata illegittimamente riconosciuta per anni anche in corrispondenza delle giornate di ferie.

Gli operatori del 118, quindi, hanno cerato un gruppo Whatsapp, dove si scambiavano messaggi lamentandosi della situazione e protestando, con la speranza che i disservizi provocati potessero indurre a un ripristino dell'indennità

Altri, invece, hanno deciso di assentarsi per paura di contrarre il covid e anche di trasmetterlo ai propri familiari, sottraendosi, così, ai propri doveri nel primo periodo di massima diffusione della pandemia. Diversi medici che si sono assentati dal lavoro hanno, però, continuato ad esercitare l'attività professionale privata.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Ottobre 2021, 10:38
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