Addio a Franco Rosso, l'uomo che inventò i viaggi organizzati

TSi chiamava Ufficio Turistico Franco Rosso, era in corso Giulio Cesare a Torino. Aprì i battenti giusto 70 anni fa, nel 1953, vendeva biglietti ferroviari e aerei ma pure i primi "pacchetti" di quelle compagnie che avevano puntato sulla voglia d'evasione di chi voleva, girando per Paesi, conoscere il mondo per gran parte ancora offeso dalle ferite della guerra. Non sapeva ancora, Franco Rosso, il titolare, che il suo nome e il suo cognome, uniti, la "Francorosso", si sarebbero identificati in uno dei colossi mondiali dei viaggi organizzati.

Franco Rosso è morto ieri a Lugano, a 94 anni, partito per quell'unico viaggio imponderabile che nessun uomo può pianificare. Da oltre un ventennio aveva ceduto il suo marchio - il ramo viaggi - ad Alpitour forse fiutando l'aria, un turismo di classe medio-alta che stava poco alla volta diventando offerta di massa. I tre figli Sara, Paolo e Alessandro continueranno a gestire da lì i resort sparsi per il mondo, tredici strutture, sette delle quali nell'amatissimo Kenya, la "sua Africa".

Nei primi anni '60 la Francorosso battezzò le crociere e i charter: mete europee che garantivano qualità di organizzazione e accoglienza. Nel '67 ci fu la scoperta dell'Africa di cui Rosso aveva tanto sentito parlare dal padre che aveva fatto il capocantiere nel Continente Nero. Con Amalia moglie, madre e spesso compagna d'avventure rimase incantato non solo dalla terra dei deserti, dei safari, dell'esotismo di flora e fauna ma intuì le grandi potenzialità della costa, delle spiagge bianche e del mare cristallino, luoghi ideali di relax. E lì nacquero le grandi strutture ricettive della società, lì amava vivere anche sei mesi l'anno. Instancabile, però, anche a Malindi, un occhio al cielo turchese e uno ai conti aziendali. E il cuore proiettato sempre verso nuove mete: il suo ultimo sogno, la Terra del Fuoco.
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