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Fino a pochi giorni fa, i magistrati onorari erano stati esclusi dalle nuove disposizioni che riguardano la giustizia penale e civile, con la possibilità di svolgere udienze e attività giurisdizionali da remoto e in modalità di videoconferenza. Ora le cose cambieranno, perché il ministero ha disposto anche per i giudici di pace la possibilità di celebrare udienze telematiche: è stato concesso «l'utilizzo di una licenza semestrale che consentirà di installare Office 365 e il software di videoconferenza Teams». In questo modo sarà possibile lavorare «da remoto».
Ma come funzionano i processi in videoconferenza? Le modalità saranno simili a quelle già sperimentate per i procedimenti civili e penali, con collegamenti a distanza e linee dedicate attraverso le quali gli avvocati possano comunicare in modo riservato con i loro assistiti.
La scorsa settimana a Roma sono iniziate le udienze di convalida e per direttissima digitali. È stata istituita una sala dedicata al piano terra della Questura, presso l'ufficio denunce: viene utilizzato un collegamento audiovisivo, da remoto, per la convalida di arresti o fermi, nel pieno rispetto di tutte le garanzie difensive previste dal codice di procedura penale. Gli arrestati vengono condotti nella saletta e lì, alla presenza di personale di Polizia, avviene il collegamento in videoconferenza con il pubblico ministero e con il giudice competente. Il difensore può scegliere di presentarsi direttamente in questura, e presenziare fisicamente, oppure può parlare e confrontarsi con il suo assistito collegandosi in video dal Tribunale, dallo studio legale, oppure da qualsiasi altro luogo idoneo.
Ultimo aggiornamento: Domenica 29 Marzo 2020, 13:35
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