Maxi-multa ad Amazon per gli acquisti periodici «È una pratica scorretta»

Maxi-multa ad Amazon per gli acquisti periodici «È una pratica scorretta»

di Mauro Evangelisti
IL CASO
ROMA In Italia il commercio online vale oltre 80 miliardi di euro all’anno, nel 2025 supererà quota cento. Abbiamo consegnato i nostri dati, i nostri desideri e le nostre debolezze, a gigantesche compagnie globali, con il quartier generale a Seattle come Amazon, o con sedi in Cina come Temu o Shein. Il tracciamento a cui ogni giorno ci prestiamo con l’uso del nostro smartphone, con le ricerche su Google o Bing, con la condivisione delle nostre vite sui social, ci ha trasformato in soggetti passivi. Acquistiamo ciò che non sapevamo neppure di volere davvero comprare solo perché ci appare nella timeline la proposta delle sneakers gialle o l’offerta per il volo a Bratislava quando ancora non eravamo certi di avere il fine settimana libero però già avevamo dato un’occhiata ai siti sulla vita notturna in Slovacchia. Il circo globale dell’e-commerce però non sempre rispetta le regole della trasparenza almeno secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha sanzionato con una maxi multa da 10 milioni di euro Amazon. Vabbè, maxi multa si fa per dire, visto Amazon in un solo trimestre fattura 160 miliardi di euro. Resta però il provvedimento emesso al termine di una istruttoria che ha considerato scorretta una pratica commerciale del colosso di Bezos, mentre per un altro meccanismo sotto inchiesta ha accolto l’impegno di Amazon a modificarlo a risarcire i consumatori.
SENZA FRENI
Quando si parla di commercio online il grande male è l’acquisto compulsivo in cui prima o poi tutti siamo caduti, ma per alcuni diventa una vera e propria dipendenza. La tecnica sanzionata dall’Autorità per la concorrenza in realtà è l’esatto opposto, ma giocava su un equivoco: l’acquisto periodico. Chi ha molti capelli bianchi in testa può ricordare quando negli anni Settanta nelle case degli italiani arrivavano offerte nella cassetta della posta (sì, c’è stato un tempo in cui esisteva la corrispondenza cartacea) di fantomatici “club del libro” che ti offrivano a pezzi stracciati l’ultimo bestseller, solo che accettando poi ogni mese ricevevi un volume differente che dovevi pagare. Ecco, la pratica di Amazon sanzionata è simile: si chiama “acquisto periodico” e per alcuni prodotti, dalle lamette alla crema per il viso, completando l’operazione non stai comprando il singolo prodotto, ma la fornitura costante che ogni volta dovrai pagare. Amazon si è difesa: l’acquirente può scegliere. Ma il garante ha fatto notare: «Il consumatore che dalla schermata del sito relativa all’offerta dei prodotti di tipologia consumables clicca il link contenente la denominazione di uno specifico prodotto accede a una pagina web al centro della quale sono descritte le caratteristiche dell’articolo selezionato e, in un riquadro sulla destra, sono raffigurate le opzioni “acquisto singolo” e “acquisto periodico”»; in tale pagina viene però pre-impostato «l’“acquisto periodico” a scapito dell’azione “acquisto singolo”, sia per i prodotti venduti da Amazon sia per prodotti venduti da terzi su marketplace, sui quali Amazon può anche offrire il servizio di logistica». Detto più semplicemente: se non sei un acquirente attento e scafato, senza accorgertene non stai acquistando una singola confezione della crema per il viso della marca X, ma la fornitura costante ogni tot settimane. La buccia di banana ricorda quella che un tempo trovavi sui siti dei voli low cost, dove veniva pre-impostata la famigerata assicurazione sul viaggio e se non eri abile a depennarla, ti beccavi il costo finale del biglietto molto più alto. Amazon si è difesa: offrivamo come opzione pre-impostata l’acquisto periodico perché è più conveniente per il consumatore.
QUESTIONE DI SCELTE
Ma l’autorità per la concorrenza ha ritenuto fragile questa giustificazione, chiedendo alla compagnia sia di inserire solo come seconda opzione l’acquisto periodico sia di pagare una sanzione da 10 milioni di euro. Nel 2023 sono stati 5.600 gli acquirenti che hanno denunciato al servizio clienti di avere aderito a queste forniture costanti senza volerlo. Un’altra pratica del colosso dell’e-commerce è stata indagata: chi non è iscritto a Prime (un abbonamento annuale che garantisce, tra l’altro, la consegna rapida gratuita) nella fase di acquisto di un prodotto nella schermata finale trovava, come pre-impostata, la consegna più rapida, ma a pagamento, e non quella gratuita. Amazon ha assicurato che cambierà questa formula e rimborserà, con un buono da 10 euro, tutti gli acquirenti che hanno telefonato o scritto al servizio clienti per lamentarsi della consegna a pagamento. Per questo l’autorità per la concorrenza su questo secondo problema ha deciso di non imporre una sanzione. Più in generale sugli acquisti online è utile essere sempre molto attenti e contare fino a 150 perché basta poco per commettere errori. Spiega Anna Rea, presidente nazionale dell’associazione consumatori Adoc: «Alcuni consigli di base: bisogna assicurarsi che il sito web in cui stiamo facendo acquisti usi connessioni sicure e protegga le informazioni personali, come i dati della carta di credito; meglio cercare lo stesso prodotto su altri siti confrontando i prezzi; diffidare delle offerte a tempo; aggiungere gli articoli a delle liste di desideri, in modo da avere più tempo per riflettere; stare attenti quando si incontrano offerte troppo allettanti per essere vere».
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Aprile 2024, 08:25
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