Barazzutti, «A New York prove di Coppa Davis
Gli azzurri devono provarci fino in fondo»

Barazzutti, «A New York prove di Coppa Davis Gli azzurri devono provarci fino in fondo»

di Angelo Mancuso
Pronti via: dagli US Open cominciati ieri parte la rincorsa a un appuntamento che all’Italia mancava da 16 anni: le semifinali di Coppa Davis. Dal 12 al 14 settembre Fognini e compagni sfideranno la Svizzera di Federer e Wawrinka a Ginevra. E allora a New York, accanto ai suoi ragazzi, non poteva mancare Corrado Barazzutti, capitano azzurro di lungo corso di Davis e Fed Cup.



Cosa chiede ai nostri tennisti?

«Che si impegnino al massimo per arrivare pronti alla sfida con la Svizzera, che ci provino fino in fondo come del resto già fanno e che questa volta ci mettano qualcosa in più. Fognini, Seppi, Bolelli e gli altri che hanno fatto parte della squadra negli ultimi anni hanno avuto il merito di mostrare un grande attaccamento alla maglia azzurra, di dare l’immagine di un gruppo vero, compatto, che sa esaltarsi in Davis. Altrimenti non si batte in trasferta l’Argentina in condizioni ambientali difficilissime, oppure la Gran Bretagna di Murray».



L’alfiere di questa nazionale è Fognini. Dopo l’esaltante successo con lo scozzese a Napoli il 27enne ligure ha un po’ frenato...

«Fabio è stato protagonista di una prima parte di stagione eccezionale, che lo ha portato a ridosso dei primi 10 del ranking mondiale, probabilmente ha pagato la pressione che si è creata intorno a lui. Ora è tornato a giocare a buoni livelli, come dimostrano i quarti a Cincinnati alla vigilia degli US Open, i primi per lui in un Masters 1000 sul cemento. Segno che è cresciuto sul veloce, oltre ad essere tra i primi 4, 5 giocatori sulla terra rossa. E a Flushing Meadows è testa di serie n.15, preziosa per evitare primi turni insidiosi».



La sfida contro la Svizzera di Federer e Wawrinka sulla carta ci vede nettamente sfavoriti. Dovessero andare molto avanti a New York, magari saranno un po’ scarichi a Ginevra.

«Non cambierebbe nulla. Ricordo che nel 2009 Federer perse in finale con Del Potro, poi arrivò a Genova il mercoledì mattina e giocò benissimo contro di noi cambiando superficie e fuso orario. Trascinò la sua squadra al successo. Dobbiamo pensare solo noi stessi e presentarci a Ginevra al top. La Davis è diversa dai tornei, a volte la classifiche possono passare in secondo piano».



Dagli uomini alle donne. Le nostre giocatrici di punta non attraversano un periodo brillante.

«Di recente hanno incontrato avversarie molto forti e perso match in cui la differenza l’hanno fatta pochi punti. Non è obbligatorio vincere tutte le settimane. Si tratta di ragazze che hanno dato tanto e continueranno a farlo. La Errani e la Vinci quest’anno hanno centrato uno storico titolo di doppio a Wimbledon e la Pennetta si è imposta a Indian Wells. Sono ai vertici da anni e ci resteranno ancora».



E poi c’è la mina vagante Camila Giorgi, reduce dalle semifinali a New Haven.

«E’ arrivata a New York con il suo best ranking, n.31. Ha solo 22 anni e un grande futuro davanti. Le manca ancora un po’ di continuità. Quando la troverà, e sono certo che lo farà, potrà entrare tra le top ten».


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Agosto 2014, 12:24