Napoli, i detenuti di Poggioreale scrivono
ai babyboss di camorra: "Deponete le armi"

I detenuti di Poggioreale scrivono ai babyboss: "Deponete le armi"

di Antonio Mattone
Una lettera dal carcere di Poggioreale ai giovani boss, protagonisti della violenza che negli ultimi mesi ha insanguinato le strade della città. Verrà letta oggi dai detenuti che l'hanno scritta davanti ad un gruppo di giovanissimi reclusi alla prima esperienza detentiva. All'incontro sarà presente anche un giovane del Salvador, che parlerà delle “maras”, le bande giovanili che in quel Paese seminano terrore e morte. La missiva è stata scritta dopo l'uccisione di Genny Cesarano, perché, come scrivono gli autori, “non si può più accettare che si possa morire a 17 anni”.



Una scelta coraggiosa con un taglio tutto personale, parole di rottura che si concludono con un appello che diventa un urlo: “guagliù salvatevi”. C'è la consapevolezza di aver stravolto la vita di mogli, figli e madri, ma anche di aver procurato dolore e sofferenza a chi non c'entrava nulla. L'invito a cambiare strada è accompagnato da una lucida analisi sulle motivazioni che inducono tanti giovani ad intraprendere la via del crimine: idoli sbagliati, il fascino del potere, il guadagno facile, la delusione di una vita difficile con la sofferenza di non avere niente. Nelle scorse settimane si sono susseguiti dibattiti e analisi sul profilo dei giovani boss emergenti, sul nuovo look e i loro stili di vita. Tuttavia sono state poche le voci di chi si è rivolto apertamente a questi camorristi in erba e soprattutto a chi vive al confine della malavita e corre il rischio di esserne affascinato.



Pier Paolo Pasolini nell'anno della sua morte cominciò a scrivere un piccolo trattato pedagogico, dove interloquiva con un immaginario scugnizzo napoletano che si chiamava Gennariello. Lo scrittore, in questa opera incompiuta, metteva in guardia il ragazzino dall' impeto e dal conformismo dei suoi coetanei che spesso si traducevano in violenza gratuita e feroce. Quanti Gennariello oggi non hanno nessuno che li formi e li appassioni, e nel vuoto di proposte e di lavoro si lasciano conquistare dal modello camorrista.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Ottobre 2015, 15:17