Con i suoi 39 anni, Vincenzo Iacovissi, è il più giovane tra i candidati a sindaco di Frosinone. Cresciuto all’ombra del leader socialista Gianfranco Schietroma si presenta con la sola lista del Psi anche se è sostenuto da diverse anime che vanno da Più Europa, a Il Cambiamento sino alla lista civica Segneri.
Già cinque anni fa si era proposto per diventare sindaco della coalizione di centro sinistra. Poi fece un passo indietro a favore di Cristofari. Questa volta, invece, è andato alla rottura ed alla fine si è deciso a candidarsi. Cosa l’ha portato a questa decisione?
«Mi candido perché ritengo che Frosinone meriti uno scatto generazionale. Viviamo un presente poco felice ed un passato poco glorioso meritiamo un futuro diverso dove Frosinone non ragioni più in termini di paesone ma di centro capoluogo».
Cosa è mancato per trovare una sintesi con gli altri partiti del centro sinistra?
«L’altra volta, per il bene della coalizione, mi hanno chiesto di fare il sacrificio e dopo tre assemblee del partito decisi di ritirare la candidatura. Questa volta il mio partito aveva già avviato incontri per avere una coalizione larga di centro sinistra. Per un anno e mezzo sulla stampa c’era l’indicazione di un candidato del Pd (Vicano). Quando hanno cambiato idea noi avevamo già scelto un percorso diverso. In realtà socialisti e Pd viaggiano su due binari paralleli ma c’è un’incomunicabilità di fondo. Nonostante il mio passo indietro l’incomunicabilità è rimasta e se il concetto di unità vien solo da una parte non può portare a nulla di costruttivo. Eravamo e restiamo contrari al campo largo e alle liste civiche che non garantiscono stabilità: non basta vincere con il solo obiettivo di vincere ma occorre vincere per poi poter governare».
I tre obiettivi fondamentali del suo programma?
«Frosinone città intercomunale: se si crede sul serio in questo progetto si può esercitare un’influenza su altri comuni. Nessuno vuole abolire i campanili, vogliamo solo creare un’aggregazione tra comuni per mettere insieme i servizi, ridurre i costi e migliorarli (sanitari, rifiuti, trasporti), accedere ai fondi europei e avere un maggiore peso politico.
Dovesse diventare sindaco a cosa metterebbe mano nei primi 100 giorni?
«Avvierei, fin da subito, un’opera di decoro e pulizia perché la città è sporca, non c’è attenzione alle aree verdi e rivedrei anche gli orari di chiusura dei parchi perché è impossibile che alle 20 la villa comunale chiuda».
Perché votare lei e non gli altri? «Perché noi rappresentiamo la vera novità di queste elezioni. L’80% dei candidati della lista del Psi è alla sua prima esperienza con un’età media di 42 anni. Mi piace definirci l’Ajax di queste elezioni. Tutti gli altri candidati rappresentano il passato. I cittadini devono scegliere se continuare a guardare al passato o al futuro».
Quanto ha speso per la sua campagna elettorale?
«Sotto i 5 mila euro. È stata una scelta politica. In un tempo difficile per le famiglie abbiamo voluto dare un segnale di attenzione e discontinuità anche nelle spese per la campagna elettorale. La nostra azione si è basata molto sul volontariato e l’impegno di ciascun candidato».
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Giugno 2022, 20:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA