Guerra, medaglia d'oro alla Ciociaria. Il ministro Piantedosi: «Tributo ai sacrifici della popolazione, qui è nata l'Europa»

Guerra, medaglia d'oro alla Ciociaria. Il ministro Piantedosi: «Tributo ai sacrifici della popolazione, qui è nata l'Europa»

di Stefano De Angelis

 

«Qui è nata l'Europa. Dalla Ciociaria grande esempio di sacrificio, forza e resilienza. Spero che questa coscienza collettiva resti viva e venga coltivata per essere tramandata alle future generazioni». È quanto ha sottolineato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a margine della cerimonia per il conferimento della medaglia d'oro al merito civile alla Provincia di Frosinone per le sofferenze, i drammi e le distruzioni che il territorio ha subìto durante la Seconda guerra mondiale dopo l'8 settembre 1943, giorno dell'annuncio dell'armistizio. Il responsabile del dicastero, evocando la proclamazione di San Benedetto patrono d'Europa da parte di papa Paolo VI nel giorno della riconsacrazione dell'abbazia di Montecassino, ha esaltato i valori di coraggio, libertà e dignità di un popolo, quello ciociaro, che alla fine conterà migliaia di vittime civili, di feriti e devastazione quasi ovunque. Numerose le incursioni dei bombardieri delle forze alleate su città e paesi, oltre alla paura e ai rischi di stare in un territorio attraversato dalla linea Gustav e occupato dalle truppe naziste, che requisivano ogni cosa. «La festa della Liberazione è di tutti, nessuno può appropriarsene. Non dev'essere fonte di divisone» ha evidenziato Piantedosi. Quella di ieri, nel palazzo dell'amministrazione provinciale, è stata una mattinata carica di emozione. Un lungo tappeto blu sistemato già all'esterno di palazzo Jacobucci, bardato di banco, rosso e verde. All'ingresso il picchetto d'onore e lungo le scale una serie di gonfaloni dei Comuni, molti già decorati di medaglia.

L'ARRIVO DEL MINISTRO

Il ministro è arrivato poco prima delle 11.30 e sei minuti più tardi è stato accolto dall'applauso dei sindaci nel salone di rappresentanza. «Sono particolarmente lieto di poter consegnare personalmente la medaglia d'oro alla Provincia di Frosinone - ha affermato nel suo intervento il ministro -. Un importante riconoscimento che ho fortemente voluto a tributo delle ingenti perdite umane, delle privazioni e dei diffusi fenomeni di devastazione che questo territorio ha dovuto patire». Piantedosi ha ricordato le «violenze e le sopraffazioni operate dai reparti coloniali aggregati agli alleati» e sulla «tragedia» vissuta dalla Ciociaria ha osservato: «Reca in sé un potente messaggio di riscatto e speranza: in questa terra si è creduto nella libertà anche quando alla libertà si mischiava altra insopportabile violenza». Poi ha aggiunto: «Vittime di entrambi, vinti e vincitori, i ciociari hanno guardato oltre le indicibili vessazioni subite e incarnato quella conciliazione che nella Costituzione ha trovato poi la sua definitiva consacrazione. Due volte offeso, il popolo ciociaro due volte ha creduto nella democrazia: prima ribellandosi con coraggio e dignità alla feroce brutalità degli occupanti nazifascisti, anche supportando generosamente gli alleati nella loro avanzata, poi stringendosi in una salda rete di comunità per sopravvivere alla violenza, ricostruendo, con solidarietà e abnegazione, un tessuto sociale rigenerato e coeso». Poi ha concluso: «Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro, da parte dei nazifascisti ma anche da parte di truppe aggregate agli alleati, non deve servire a fare esercizio di retorica, ma a riconoscere il merito di una comunità che scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive».

«CICATRICI PROFONDE»

Ad aprire gli interventi è stato il presidente di piazza Gramsci, Luca Di Stefano: «Per la provincia è una giornata storica - ha spiegato -. I bombardamenti e i patimenti sono ancora oggi cicatrici profonde. La medaglia d'oro è un segno tangibile dell'ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata durante i terribili avvenimenti legati al secondo conflitto bellico. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e speranza nel futuro. Questa alta onorificenza, su cui ho l'obbligo morale e istituzionale di ringraziare per l'impegno profuso il ministro Piantedosi, ci affida un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate e che le lezioni apprese siano d'insegnamento e tramandate». Toccante il momento in cui il gonfalone della Provincia è stato decorato dal ministro con la ricompensa onorifica. Il tutto in una giornata simbolo come quella del 25 aprile.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Aprile 2024, 15:38
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