Meglio chiamarla resistenza che resilienza. Parola di Paolo Mieli, giornalista e saggista nonché attento storico. Quella dimostrata dal popolo della Ciociaria «che dev'essere un esempio per l'Italia». È quanto ha sottolineato Mieli intervenendo in occasione della consegna della medaglia d'oro, dall'alto valore morale e simbolico, non solo per il tributo pagato durante il secondo conflitto bellico, ma anche per la capacità di reazione e per i gesti di eroismo e solidarietà tra la popolazione. Un'onorificenza assegnata dal ministro Piantedosi a più di ottant'anni dai drammatici avvenimenti, ancora oggi indelebili, che hanno martoriato il territorio.
Mieli, nella sua lectio introduttiva, ha rimarcato il «grande significato» di questo riconoscimento e l'importanza del giorno scelto per la cerimonia, quello della ricorrenza della liberazione dall'occupazione nazista. In un passaggio ha parlato anche delle marocchinate: «Ridurre le sofferenze di questo popolo solo alle violenze delle truppe coloniali francesi è una diminuzione storica. Questa provincia ha vissuto l'inferno per otto mesi, sapere che ci fu un popolo che resistette come avete fatto voi ciociari rende me orgoglioso e l'Italia un posto migliore». Poi Mieli ha aggiunto: «Il popolo di questa provincia, dal settembre '43 al maggio '44, ha rappresentato il segno più forte della Resistenza, quella dei nuclei familiari che potevano scappare, ma sono rimasti qui e a volte, a rischio della propria vita, hanno ospitato in casa agenti della Resistenza e fuggiaschi in un momento in cui i tedeschi avevano requisito tutto.
LA MOTIVAZIONE
Questa la motivazione della decorazione: «Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della linea Gustav e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale e il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini e indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio».Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Aprile 2024, 15:39
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