Stupro di gruppo a Pamplona, le suore di clausura contro la sentenza del tribunale: "Difendiamo i diritti di tutte le donne"
di Alessia Strinati
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Le sorelle da dietro i cancelli del loro convento hanno gridato a gran voce la loro opinione schierandosi dalla parte della povera ragazza. Le carmelitane di Hondarribia, nella diocesi di San Sebastian, hanno voluto far conoscere la loro totale contrarietà via Facebook e non potendo manifestare in strada, hanno scritto un post: «Noi viviamo in clausura, portiamo un abito quasi fino alle caviglie, non usciamo di notte (se non per le emergenze), non andiamo a feste, non assumiamo alcolici e abbiamo fatto voto di castità. Questa è una scelta che non ci rende migliori né peggiori di chiunque altro, anche se paradossalmente ci renderà più libere e felici di altri. E perché è una scelta libera, difenderemo con tutti i mezzi a nostra disposizione (questo è uno) il diritto di tutte le donne a fare liberamente il contrario senza che vengano giudicate, violentate, intimidite, uccise o umiliate per questo. Sorella, io ti credo».
La sentenza ha scatenanto un vero vortice di polemiche e pone il problema sul diritto spagnolo. L'accusa aveva chiesto 20 anni di reclusione a fronte dei 9 stabiliti e tutto ciò è stato possibile grazie alla differenza che il diritto spagnolo fa tra abuso (senza violenza) e lo stupro. La ragazza infatti, secondo la ricostruzione dei fatti, non reagì rimanendo nel corso dello stupro immobile e ad occhi chiusi: è stata proprio la sua incapacità di reagire che l'ha condannata a vedere i suoi aguzzini a cavarsela con una pena quasi irrisoria.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Aprile 2018, 14:16
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