Cresce il mistero sulle ultime ore di Sergey Protosenya e della sua famiglia. Ad aumentare le ombre sul delitto ci ha pensato il figlio dell'oligarca russo, trovato morto in Spagna insieme alla moglie, Natalya, e a Maria, la figlia più piccola.
In un'intervista al Daily Mail, Fedor Protosenya respinge la teoria dell'omicidio-suicidio: «Mio padre non è un assassino, non so cosa sia accaduto quella notte ma so che non può essere stato lui. Credo siano stati uccisi, mio padre amava mia madre e mia sorella. Maria era la sua principessa, non le avrebbe mai fatto del male». Il 55enne oligarca russo Sergey Protosenya, ex presidente dell'azienda di gas Novotek, era stato trovato impiccato nel giardino della sua casa di Lloret de Mar. All'interno della casa, la polizia aveva trovato i corpi della moglie, la 53enne Natalya e la piccola Maria, massacrate a colpi di ascia.
Fedor Protosenya è riuscito a scampare al massacro perché aveva trascorso le vacanze di Pasqua a Bordeaux, in Francia, dove la famiglia possedeva un'altra casa.
Il giallo di Sergey Protosenya sembra legarsi in modo indissolubile a quello della morte di Vladislav Avayev: l'ex dirigente di GazpromBank era stato trovato morto, nel suo lussuoso attico di Mosca, insieme alla moglie e alla figlia. Anche quel caso era stato considerato un omicidio-suicidio. Solo a febbraio, poi, c'erano stati altri delitti misteriosi: due alti funzionari di Gazprom, Alexander Tyulakov e Leonid Shulman, erano stati trovati morti in casa a San Pietroburgo. L'unica certezza, in quei due cesi, era la morte violenta.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Aprile 2022, 16:34
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