Raid dei droni Usa a Baghdad,
uccisi comandanti filo Teheran

Dopo Beirut e Damasco, attacchi anche in Iraq. Tensione alle stelle

Raid dei droni Usa a Baghdad, uccisi comandanti filo Teheran

di Giammarco Oberto

Una guerra nella guerra, più nascosta della devastante offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, ma che apre nuovi scenari capaci di fare da detonatore per un allargamento del conflitto a effetto domino nell’intero quadro mediorientale. Gli Stati Uniti hanno condotto in Iraq un attacco che negli ultimi anni non ha precedenti, per colpire un comandante delle milizie irachene filo-iraniane nel cuore di Baghdad. Un raid messo a segno dopo quelli contro le forze filo Teheran nelle basi in Siria e il drone (israeliano) che ha ucciso a Beirut il numero due di Hamas Saleh al-Arouri.

L’alto ufficiale iracheno Mushtaq Talib al-Saidie e un membro di spicco dell'Hashd al-Shaabi, che raggruppa fazioni armate vicine all'Iran, sono stati uccisi in un attacco di droni: i due sono stati centrati da un missile mentre salivano in auto. Altri sette militari sono rimasti feriti. Cnn e Reuter confermano: l’attacco è stato condotto dal Pentagono. «Gli Stati Uniti hanno preso di mira un membro di un gruppo legato all'Iran con le mani sporche di sangue americano» ha detto alla Cnn un ufficiale americano. Per Baghdad l’attacco dell’esercito americano rappresenta «una pericolosa escalation e un’aggressione all'Iraq, in contrasto con lo spirito e il testo del mandato e la missione per cui è stata istituita la coalizione globale» a guida Usa.

Il raid americano in Iraq porta in primo piano il ruolo chiave dei potenti gruppi paramilitari sciiti sostenuti dalla Repubblica islamica in funzione anti-occidentale.

Da metà ottobre a oggi, all'ombra del conflitto tra Hamas e Israele e nell'ambito del coordinamento delle forze filo-iraniane in tutto il Medio Oriente, queste formazioni armate, presenti da anni anche nella Siria in guerra, hanno preso di mira quasi giornalmente, con droni, razzi e colpi di artiglieria, le varie basi militari Usa, sparse tra Iraq e Siria. Gli attacchi sono stati sempre rivendicati dalla “resistenza islamica in Iraq”, una sigla che riunisce di fatto i vari gruppi jihadisti sciiti iracheni filo-iraniani. Secondo gli Stati Uniti, l'attacco nel cuore di Baghdad è una rappresaglia per i bombardamenti contro le proprie basi. Per le forze filo-iraniane, invece, la stessa presenza militare Usa in Iraq e Siria è una occupazione che serve gli interessi di Washington e del suo alleato Israele e che, dunque, va contrastata.

riproduzione riservata ®


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Gennaio 2024, 06:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA