Prof mostra a scuola un quadro del '600, studenti musulmani in rivolta: «Troppi corpi nudi». Scoppia il caso

Gli insegnanti hanno deciso di esercitare il loro "droit de retrait" (diritto di recesso) a causa del «pericolo grave e imminente per la propria vita o la propria salute»

Prof mostra a scuola un quadro del '600, studenti musulmani in rivolta: «Troppi corpi nudi». Scoppia il caso

di Lee Gotti

In Francia si accende il furioso dibattito in seguito all'iniziativa di un insegnante di prima media che ha introdotto durante una lezione di francese il dipinto "Diana e Atteone" del celebre pittore Giuseppe Cesari, il Cavalier d'Arpino, figura di spicco del tardo manierismo.

Il dipinto, tratto da un episodio delle Metamorfosi di Ovidio, raffigura Atteone che sorprende la dea Diana e le sue ninfe durante un bagno. La controversia presso la scuola elementare di primo grado Jacques-Cartier d'Issou, situata nei sobborghi di Parigi nel dipartimento delle Yvelines, è stata innescata dalle rappresentazioni di donne nude presenti nell'opera d'arte.

Lo scorsa giovedì, alcuni studenti si sono dichiarati sconcertati e scioccati dalla presenza di figure femminili svestite e hanno sollevato una protesta, accusando anche l'insegnante di aver tenuto discorsi razzisti e islamofobi.

Tuttavia, questa accusa è stata respinta dal rettorato di Versailles e smentita con forza.

La protesta degli insegnanti e l'episodio di Paty

La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che l'Accademia coinvolta è la stessa in cui insegnava Samuel Paty, l'insegnante tragicamente assassinato il 16 ottobre 2020 per aver mostrato ai suoi studenti alcune caricature di Maometto del 2012 tratte dal giornale satirico Charlie Hebdo.

Di fronte a questa polemica e all'ombra dell'atroce avvenimento di qualche anno fa, gli insegnanti hanno deciso di esercitare il loro "droit de retrait" (diritto di recesso), un meccanismo che consente ai dipendenti in Francia di rifiutare di riprendere il lavoro in presenza di una situazione di «pericolo grave e imminente per la propria vita o la propria salute», in attesa di giungere a un accordo con il datore di lavoro.


Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Dicembre 2023, 18:41
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