Sana, il padre confessa: «L'ho uccisa io». L'ha strangolata fino a romperle il collo
Mustafa Ghulam Cheema, che si trova in cella a Kunjah accusato di aver strangolato, con l'aiuto del figlio Adnan, la figlia Sana, il giorno prima che rientrasse dal Pakistan a Brescia dove viveva, ha negato di aver confessato l'omicidio; la polizia locale invece lo conferma. «Non è vero che abbiamo confessato.
Se il referto dei medici legali dice che Sana aveva l'osso del collo rotto - ha detto - è perché deve aver battuto la testa contro il bordo del letto o il divano». Secondo il padre della ragazza, «se le cose sono andate così è per il volere di Allah».
«È vero - ha ammesso - Sana era più italiana che pachistana, aveva ormai una mentalità diversa dalla nostra». «Ma - ha aggiunto - nessuno le voleva imporre nulla, solo farle capire che il ragazzo che diceva di amare era già promesso sposo di un'altra donna e che non voleva saperne di lei. Mia moglie ha provato a mettere quel ragazzo alle strette: o la sposi o smettete di vedervi, gli aveva detto. E infatti dopo quel colloqui Sana si è convinta a tornare qui al villaggio». Questo anche perché, secondo il padre, a Brescia cercavano di «boicottare» i suoi affari dato che la sua scuola di lingue e la scuola guida andavano troppo bene riuscendo a farla chiudere.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Maggio 2018, 12:50
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