«Per tuo fratello non c'è più speranza», la sorella autorizza a staccare la spina. Ma era un omonimo che gli somigliava

«Per tuo fratello non c'è più speranza», la sorella autorizza a staccare la spina. Ma era un omonimo che gli somigliava

di Simone Pierini
«Morte cerebrale, per tuo fratello non c'è più speranza». Una telefonata che ha raggiunto una donna di 49 anni, Shirell Powell Williams. Una di quelle telefonate che non vorresti mai ricevere. A quel punto la scelta, perché per lui non c'era nulla da fare. Non si sarebbe mai ripreso. «Staccate la spina», dice dopo averlo visto sul letto con il viso «gonfio» e intubato. Era rimasto vittima di un'overdose di droga. Il dolore ha coinvolto anche il resto della famiglia. Il fratello aveva due bambine. Poi, mentre organizzavano il funerale, arriva la notizia. «C'è stato un errore, quell'uomo non è tuo fratello: è solo un omonimo». Il suo vero fratello era vivo e stava in carcere. 



Una storia agghiacciante avvenuta a New York presso l'ospedale St. Barnabas. Il nome del fratello è Frederick Williams. L'uomo che è morto dopo l'intervento della donna per staccare la spina si chiamava Frederick Clarence Williams. La signora Powell ha detto al New York Post che il paziente aveva un tubo in bocca ed era gonfio, ma che «somigliava molto a mio fratello. Le sopracciglia, il naso, la struttura fisica»

L'avvocato della donna, Alexander M. Dudelson, ha detto al Post che ha cercato di ottenere informazioni sull'uomo che ha pagato le conseguenze dell'errore di identità, ma non ha avuto risposta: «In pratica mi hanno sputato in faccia», ha detto. L'ufficio del medico legale ha anche rifiutato di fornire dettagli sui parenti per rispetto della privacy. 

La tragedia ha portato alla scoperta della vera sorte di Frederick Williams: la prigione di Rikers Island, a New York. Alcune settimane dopo la donna è riuscita a vedere suo fratello durante un'udienza nella Corte Suprema di Manhattan: «Ho visto mio fratello, non potevo crederci. Mi sono sentita molto sollevato». Parlarono al telefono di quello che era successo e sebbene Williams fosse colpito dalla decisione che la sorella aveva preso per lui, finì per capirla e incolpò l'ospedale per il brutto momento che avevano fatto passare alla sua famiglia.

La signora Powell ora però è ossessionata dal sapere chi fosse l'uomo a cui ha tolto la vita con la sua decisione. «Non riesco a dormire senza pensare a quanto successo», ha confessato. Nel frattempo sta aspettando la causa per danni per andare avanti. Per ora, l'unica risposta che l'ospedale ha dato in merito è che non considerano giustificata la richiesta di Powell.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Gennaio 2019, 18:48
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