Disneyworld, il lieto fine degli italiani: i 140 ragazzi licenziati sono tornati a casa

Italiani a Disneyworld, il lieto fine: i 140 ragazzi licenziati sono tornati a casa
Dopo alcune settimane di paura, sono tornati a casa i 140 ragazzi italiani del progetto Disney che erano rimasti bloccati in Florida dopo aver perso il lavoro a Disneyworld, per via della chiusura dei parchi legata all'emergenza coronavirus. Grazie all'intervento della Farnesina, del consolato italiano a Miami e dell'ambasciata a Washington, i giovani sono potuti tornare in Italia e sono sbarcati stamattina alle 7.45 all'aeroporto di Fiumicino: una parte di loro si è poi recata all'aeroporto di Milano Malpensa, con lo stesso aereo.

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«Finalmente in Italia, dopo un periodo difficile in attesa di poter rientrare»: a Fiumicino ne sono scesi un centinaio, tutti con la mascherina indosso. Le autorità, dopo che diversi media - tra cui anche Leggo - avevano sollevato la questione, hanno seguito da vicino il caso, organizzando un volo speciale di rimpatrio da Orlando, in raccordo con la compagnia Neos. Disneyworld aveva sospeso 43.000 dipendenti, fra cui appunto gli italiani, originari di varie parti del nostro Paese (diverse regioni del nord, Lazio, Sardegna, Puglia) di età compresa fra i 18 e 28 anni, trovatisi nell'impossibilità di trovare​ un volo che li riportasse in Italia.
 
 

I ragazzi erano arrivati a Orlando grazie al Cultural Representative Program della​ Disney, un programma di scambio culturale che garantisce un contratto di un anno a tempo determinato. Il 16 marzo il parco è stato chiuso per l'emergenza coronavirus. I dipendenti sono stati messi in quarantena, ma la​ Disney​ ancora per qualche settimana ha continuato a garantire un numero minimo di ore per consentire ai ragazzi dello scambio culturale di pagare l'affitto e acquistare i beni di prima necessità. Il 6 aprile, però, tutti i partecipanti al Cultural Representative Program sono stati licenziati per mail. 

FELICI DI TORNARE «Finalmente ce l'abbiamo fatta a tornare in Italia - racconta un ragazzo lombardo - dopo un periodo complicato dove abbiamo cercato di trovare una soluzione per tornare a casa». «In Florida - ha proseguito il ragazzo - la situazione appare più tranquilla che in Italia, visto il racconto dei miei familiari dalla Lombardia: non essendo in centro città ma più in periferia, ci sentivamo più tranquilli».

«È stato un viaggio lungo, dopo una fase difficile ma siamo riusciti tutti a tornare - è la testimonianza di un altro ragazzo, di Roma - Sicuramente, tra i momenti complicati, dalla quarantena a casa, allo sfratto in una settimana.
Siamo stati licenziati con una mail ma, subito il giorno dopo, siamo entrati in contatto con la nostra manager che, faccia a faccia, ci ha dato le motivazioni, garantendoci assistenza fino al 18 aprile, come ci avevano assicurato».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Aprile 2020, 11:27
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