La guerra in Ucraina è arrivata fino in Crimea e nel cuore della difesa russa nella penisola. Un'importante base aerea, ponte per le attività della flotta di Vladimir Putin nel Mar Nero, è stata danneggiata da diverse esplosioni, alcune delle quali molto potenti, che sono state avvertite a decine di chilometri di distanza. Provocando anche un morto e sette feriti, tra cui due bambini. Per Mosca si è trattato di un semplice incidente in un deposito di munizioni.
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Crimea, esplosioni in un aerodromo: cosa sappiamo
Una tranquilla giornata sulle spiagge della Crimea affollate di turisti russi è stata così interrotta bruscamente da una serie di esplosioni, secondo i testimoni almeno 12, avvertite nel distretto di Saki, nei pressi di un aerodromo militare russo. Imponenti colonne di fumo nero sono state immortalate dai video diffusi sui social dai bagnanti in fuga. Dopo le prime frammentarie notizie diffuse dai funzionari filorussi locali, il ministero della Difesa di Mosca ha comunicato che le esplosioni si sono verificate in un deposito di munizioni nell'area della base militare situata vicino al villaggio di Novofedorovka, utilizzata anche per gli aerei della Marina. E che non si è trattato di un attacco deliberato, quanto piuttosto di un incidente, provocato dall'esplosione di alcune munizioni, è stato puntualizzato nella nota, senza tuttavia chiarire la causa delle detonazioni.
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Il report: un morto
Una persona è morta a causa delle esplosioni all'aerodromo militare di Saki in Crimea. Lo ha detto il capo dell'amministrazione russa in Crimea, Sergey Aksyonov, citato dall'agenzia stampa Tass. In precedenza il ministero della Salute della Crimea aveva riferito di 5 feriti.
Some more hard evidence of a cloudy day in #Crimea pic.twitter.com/wHqUhuaDYh
— Ukrainska Pravda in English (@pravda_eng) August 9, 2022
La rivendicazione Ucraina e poi la smentita
A Kiev la versione ufficiale, affidata al ministero della Difesa, è che «non si conoscono le cause dell'incendio nel territorio dell'aeroporto Saki».
Il rischio escalation
Se fosse realmente un raid ucraino, si tratterebbe di una significativa escalation nel conflitto e un primo attacco in grande stile su un territorio considerato sacro per Putin, diventato parte integrante alla Russia dopo l'annessione del 2014. Il mese scorso un piccolo ordigno portato da un drone era esploso nel quartier generale della flotta russa del Mar Nero nel porto di Sebastopoli, ferendo sei persone ma provocando pochi danni, ed in quel caso gli ucraini avevano negato la loro responsabilità. Ben diverso invece è l'impatto di un attacco alla base aerea di Saky, che tra l'altro si trova a circa 200 chilometri dietro le linee del fronte nel sud dell'Ucraina. Suggerendo che gli ucraini possano aver impiegato armi potenti e precise.
Le ultime dal Donbass
Indebolire le difese nemiche in Crimea sarebbe funzionale a Kiev per consolidare la controffensiva su Kherson, mentre i russi restano concentrati nel Donbass dove continuano a guadagnare terreno seppur con lentezza: solo 10 km in un mese, secondo l'intelligence britannica. In questo quadro Mosca, per migliorare la sorveglianza sui propri obiettivi militari e sui movimenti delle truppe ucraine, potrebbe ricorrere ad un satellite iraniano, il Khayyam, appena mandato in orbita dal Kazakhstan. Teheran ha assicurato che il satellite rimarrà sempre sotto il suo controllo per scopi civili, ma secondo diversi 007 occidentali citati dal Washington Post la Russia «pianifica di utilizzare il satellite per diversi mesi o più» per assistere i suoi sforzi bellici prima di consentire all'Iran di prenderne il controllo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Agosto 2022, 09:00
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