Superbonus 110% per case singole, ville e villette ma a una condizione: un tetto di reddito dei proprietari. E' questa, secondo quanto si apprende, una delle ipotesi da inserire in manovra - per dare più tempo per la ristrutturazione con il Superbonus - che si starebbe facendo largo nella maggioranza per trovare una intesa sulla proroga dell'incentivo al 110%.
Manovra, taglio delle tasse a rischio rinvio. Pensioni, uscita in tre quote
Villette, ipotesi tetto di reddito per la proroga del Superbonus
A poter usufruire dell’agevolazione fiscale anche nel 2023 - secondo quanto al momento è stato predisposto in manovra - saranno solo i condomini. Niente estensione prevista fino ad oggi - dunque - per le ville, le villette, gli edifici unifamiliari e quelli funzionalmente indipendenti. Un modo per tagliare i costi della proroga. Secondo i dati dell’Enea, a fine settembre erano poco più di 6 mila i condomini che avevano deliberato lavori, contro quasi 40mila edifici unifamiliari. Anche gli altri incentivi alle ristrutturazioni (il 50 per cento per quelle edilizie e il 65 per cento per l’efficientamento che non rientra nel superbonus) saranno comunque confermate.
I consumatori
«Il superbonus 110 è una misura che sta dimostrando di essere molto importante per la ripresa economica e, limitare la proroga soltanto a condomini ed edifici Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari) escludendo tutte le singole unità immobiliari e gli edifici non a scopo di lucro, non completa un'azione che, in fondo, potrebbe essere positiva per rilanciare e dare ossigeno a tante piccole e medie imprese», aveva sottolineato il direttore generale di Federcontribuenti, Fabrizio Salvitti ricordando che «ogni unità immobiliare con accesso all'ecobonus, di media, vale sui 100 mila euro in totale, considerando i serramenti, il fotovoltaico, il cappotto termico, le colonnine elettriche, gli oscuranti e la domotica, oltre alla parte tecnico-progettuale».
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Ottobre 2021, 14:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA