IL QUADRO
Sul piatto, il governo ha messo un miliardo di euro e dal taglio dei contributi sono esclusi premi e contributi Inail. Quella di una fiscalità agevolata – spiegano fonti alle prese con il dossier – dovrà essere un primo tassello nel quadro più ampio delle politiche del governo dei prossimi mesi in favore del Mezzogiorno. Il piano del ministro del Sud, Peppe Provenzano, prevede infatti che la decontribuzione prosegua per dieci anni, fino al 2029, con uno sgravio decrescente (20% dal 2026, 10% nell’ultimo biennio). Il punto è come finanziare l’operazione, visto che un trimestre di taglio del cuneo così congegnato costa, appunto, un miliardo di euro e per un anno intero ci vogliono oltre 4 miliardi.
LE VALUTAZIONI
Il ministro punta ai fondi europei del Recovery fund e ai fondi di coesione del prossimo bilancio pluriennale ma, ovviamente serve l’ok di Bruxelles, con la quale sono in corso serrate interlocuzioni. Secondo le valutazioni di Provenzano, per il ciclo di programmazione 2021-2027, considerando anche che il 34% di aiuti del Recovery fund dovrebbe essere indirizzato al Sud, ci dovrebbe essere un punto e mezzo di Pil all’anno di investimenti maggiori aggiuntivi nel Mezzogiorno. E ancora, il ministero calcola che la misura avrà un impatto significativo su 500 mila imprese, delle quali il 90% con meno dieci dipendenti. La riduzione dei contributi beneficerà, inizialmente, del temporary framework della Commissione europea in materia di aiuti di stato. E, come ricordato, il governo è impegnato in un dialogo con la Commissione Europea per estendere la misura fino al 2029.
LA PROPOSTA
Dalle prime interlocuzioni con Bruxelles è emersa la disponibilità a considerare la proposta grazie al suo inserimento nel più vasto quadro di riforma previsto dal Piano Sud 2030. È fondamentale infatti che un sostegno di questo tipo sia duraturo, e non solo temporaneo, per permettere una pianificazione più efficace delle scelte di investimento e riorganizzazione delle imprese.
LE OPPORTUNITÀ
Nel Sud, infatti, la crisi da Coronavirus si abbatte su un sistema produttivo che ancora non ha recuperato quanto perso durante la Grande Recessione, aggravando la carenza strutturale di opportunità di lavoro e gli ampi divari con il resto del Paese e dell’Europa. Nell’anno in corso, spiega il ministro Provenzano «il lavoro sarà duramente colpito, in particolare al Sud».
LE STIME
Le ultime stime diffuse dalla Svimez segnalano nell’area un calo dell’occupazione di circa il 6%, a fronte del 3,5% al Centro-Nord. Sono i primi segnali dell’asimmetria territoriale con la quale, ripetendo l’esperienza della crisi precedente, si produrranno le ripercussioni economiche e sociali. Va scongiurato, inoltre, che al crollo senza precedenti dell’occupazione nell’anno in corso segua nei prossimi anni il rischio di una jobless recovery nelle regioni meridionali, che minerebbe la capacità di riavviare un processo di sviluppo forte, durevole e sostenibile.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Ottobre 2020, 08:40
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