La spesa vola, i salari no: carrello più costoso ma più vuoto, record olio di semi. E gli italiani riscoprono il discount

I consumi a maggio visti dall'Istat: beni alimentari +8,8% in un anno. Acquisti low cost + 9,8%

La spesa vola, i salari no: carrello più costoso ma più vuoto, record olio di semi. E gli italiani riscoprono il discount

di Alessandra Severini

Crescono a maggio le spese degli italiani per i generi alimentari ma le dispense rimangono mezze vuote. Effetto inevitabile di un’inflazione che continua a correre e raggiunge livelli mai toccati dagli anni ‘80. Gli ultimi dati Istat certificano una crescita delle vendite di beni alimentari in valore (+4,5%) ma una diminuzione in volume (-2,8% rispetto a maggio 2021). Maggio è il quinto mese di seguito in cui si registra un calo della quantità di cibo acquistato.

Gli italiani dunque tagliano anche sui beni essenziali ma spendono di più. Coldiretti ricorda perché: il prezzo dei beni alimentari è aumentato in media dell’8,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Dal +68,6% dell’olio di semi al +13,4% dei gelati, dai picchi di burro (+27,7%) e farina (+20,5% ), trainati dagli aumenti del grano che interessano anche la pasta (+18,3%). Salgono anche la margarina (+16,8%), la carne di pollo (+15,1%) e il riso, la cui produzione adesso è a rischio per la siccità. In particolare, sottolinea Confesercenti, il problema si abbatte sui piccoli negozi del comparto, che hanno registrato un crollo in volume delle vendite del -5,6% da inizio anno, mentre volano gli acquisti di cibo low cost nei discount (+9,8%).

E sempre più persone sono costrette a chiedere aiuto per mangiare: sono almeno 2,6 milioni, in aumento rispetto all’anno precedente.

All’orizzonte inoltre si accavallano nuvole oscure. Secondo l’Istituto italiano di statistica, la guerra, i prezzi in rialzo, e la fiducia delle famiglie in continuo calo, peseranno sulle prospettive di crescita dei prossimi mesi, né ci si può aspettare un’evoluzione positiva a breve. L’autunno che verrà si prospetta dunque difficile per famiglie e consumatori. Lo segnala anche il cattivo andamento di altri dati: la produzione industriale ha interrotto la fase di ripresa che aveva caratterizzato gli ultimi tre mesi, segnando un calo congiunturale (-1,1%) e anche il mercato del lavoro ha evidenziato i primi segnali di peggioramento (a maggio l’occupazione è diminuita dello 0,2%).

Federdistribuzione ha provato a prevedere il comportamento dei consumatori in una recente rilevazione. Il 76% degli italiani si ritiene molto preoccupato dall’incremento dell’inflazione sul proprio bilancio familiare e l’89% ha dichiarato che adotterà qualche strategia difensiva. Tra queste si pensa a una riduzione dei consumi (39%) e alla ricerca di soluzioni più economiche a parità di prodotti (33%), a discapito della qualità.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Luglio 2022, 16:29
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