Il valore della laurea

Il valore della laurea

di Alberto Mattiacci
Laurearsi è uno dei simboli sociali che connotano le società avanzate. Non è l’unico -anche sposarsi lo è- ma uno dei più significativi.
Non mancano, tuttavia, quelli che lo mettono in discussione (come, del resto, non manca chi denigra il matrimonio). 
Costoro si sbagliano: i numeri, infatti, dicono che laurearsi conviene eccome. Innanzitutto, sul piano pratico: salari più elevati (anche del 40% in media), disoccupazione più bassa. Poi vi sono altri vantaggi, immateriali ma non per questo meno importanti (anzi): studiare di più migliora le capacità cognitive (insomma, si è più intelligenti); mettersi alla prova in un corso avanzato rende più forti, consapevoli e capaci di risolvere problemi complessi (nella vita serve sempre); studiando si scoprono cose di cui non si immaginava l’esistenza e ciò può cambiare (in meglio) la vita.
In Italia esistono 96 università -67 delle quali statali- e 11 sono telematiche (cioè fanno didattica online). 
Guardando a quanto avvenuto negli ultimi 10 anni e confrontando le università classiche e telematiche, emergono dati eclatanti: +113% di nuovi corsi nelle telematiche, contro +10,2% delle classiche; +410% iscritti alle telematiche (contro +0,1% delle altre; +556% nei laureati contro +6% delle classiche. 
Da un lato è naturale: quando parti da 0, anche 1 è +100%. Ma questo non basta a spiegare tanta differenza fra i dati. Ci sono anche altri fatti -i costi, l’accesso ecc.- da considerare. Non sarà che, nel profondo, è un tema di valore percepito?
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Luglio 2023, 08:47
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