Il dilemma del Mes

Il dilemma del Mes

di Alberto Mattiacci
Il MES -Meccanismo Europeo di Stabilità- è l’organizzazione di una serie di strumenti tecnici (es. acquisto di titoli del debito pubblico) per soccorrere uno stato europeo di fronte a una sua crisi finanziaria.
Fin qui, bene: la UE ti aiuta se ti trovi in difficoltà. “Purtroppo”, però, l’attivazione degli strumenti del MES è soggetta all’accettazione, per chi ne beneficia, di alcune condizioni. Qui sta il punto dolente. Alcuni, infatti, ritengono che siano pericolose -ricordate la sofferenza della Grecia?-; altri le considerano una limitazione alla sovranità nazionale -perché accettare, ad es., delle riforme strutturali dell’economia imposte da tecnici stranieri e non decise dalle forze politiche italiane?; altri puntano il dito contro l’opacità del meccanismo -chi decide cosa e chi gliene dà il potere?
Perplessità corrette? Ogni opinione in merito è legittima. L’importante è che non si fondi su quel vittimismo e complottismo che, ogni tanto, caratterizza noi italiani. Aiuterà, a tal fine, considerare 4 fatti: (i) alcuni Stati si sono dati una moneta unica, l’euro, e questo comporta benefici (es. bassa inflazione) e doveri (es. stabilità finanziaria); (ii) gli Stati si indebitano (ed è un bene) ma devono farlo con equilibrio; (iii) esiste la speculazione, che solitamente punta ai paesi finanziariamente più fragili; (iv) le finanze degli Stati di Eurozona sono connesse.
Ciò detto, ogni accordo nasce da una negoziazione e non si vede perché questo caso debba fare eccezione.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Giugno 2023, 07:36
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