Riflette sulla prudenza, invitando a riscoprire questa virtù preziosa «in un mondo dominato dall'apparire, dai pensieri superficiali, dalla banalità sia del bene che dal male» e poi riferendosi alla situazione bellica in Ucraina e in Palestina il Papa torna a parlare di negoziato. «Non si può andare avanti in guerra, dobbiamo fare tutti gli sforzi per trattare, per finire i conflitti». Ai fedeli, durante l'udienza generale del mercoledì, Bergoglio incoraggia a pregare per questo. «A San Giuseppe raccomandiamo anche le popolazioni della martoriata Ucraina e della Terra Santa, la Palestina, Israele, che tanto soffrono l'orrore della guerra. Che è sempre è una sconfitta».
Se il breve appello internazionale ad avviare credibili trattative lo ha letto lui stesso al microfonono, il testo della catechesi dedicata alla prudenza lo ha affidato come ormai avviene da qualche mese a questa parte, ad un funzionario della Segreteria di Stato per evitare di affaticarsi, stressando la voce e il respiro. Sono ancora evidenti i postumi della bronchite che fatica a guarire. Per il resto Francesco è apparso sorridente e di buon umore, è arrivato in carrozzina, ha salutato la folla, si è sottoposto ad un lungo baciamano salutando i vescovi in visita a Roma e poi è tornato a Santa Marta a sbrigare il lavoro rimasto.
«La persona prudente è creativa: ragiona, valuta, cerca di comprendere la complessità del reale e non si lascia travolgere dalle emozioni, dalla pigrizia, dalle pressioni, dalle illusioni.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Marzo 2024, 10:38
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