Papa Francesco celebra la Domenica delle Palme con il "Parmureli", tradizione che dai tempi di Sisto V si rinnova ogni anno

Papa Francesco celebra la Domenica delle Palme con il "Parmureli", tradizione che dai tempi di Sisto V si rinnova ogni anno

di Franca Giansoldati

E' dal 1586, dai tempi di Papa Sisto V, che ogni domenica delle Palme a San Pietro si rinnova puntuale la tradizione antichissima (e poco conosciuta) di donare al Vaticano i “Parmureli”, i rami di palma intrecciati secondo un metodo complicatissimo e gelosamente custodito dalla città di Sanremo. La cittadina ligure ha il secolare privilegio di fornire per la messa papale questi simboli che rimandano all'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme. Il ramo più alto, intrecciato come un arabesco, è destinato a Francesco è il più alto di tutti, quasi due metri, quelli dei cardinali che celebreranno domenica con lui il rito un pochino più bassi. «Il lavoro che c'è dietro è enorme. Per farne uno occorre quasi una giornata di lavoro: si tratta di intrecciare sapientemente ogni ciuffo senza utilizzare nessuna spillatura, semplicemente annodandoli tra loro, come se fosse l'ordito di un tessuto. Il risultato è quello di una sorta di ricamo sviluppato in orizzontale” spiegano Leo Pippione e Francesco Rilla, presidente e membro della Famijia Sanremasca, l'associazione fondata per  conservare la storia, le tradizioni, l'arte e la cultura del comprensorio ligure.

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Ogni anno qualche giorno prima della Domenica delle Palme parte da Sanremo un furgoncino con i preziosi “Parmureli” destinati al Papa. «Ad intrecciarli sono gli artigiani floricoltori, soprattutto donne che si tramandano quest'arte. Prima però il Parmureli deve essere adeguatamente preparato. La foglia della palma novella si deve conservare al buio per farla restare gialla per diversi giorni, e poi si intreccia a mano, lentamente, secondo una sequenza precisa. Il nome Parmureli in dialetto ligure significa palmetta giovane». 

LA STORIA

La tradizione secolare di affidare a Sanremo questo compito nasce da un episodio curioso. Sisto V diede incarico a Domenico Fontana di  riposizionare in piazza San Pietro l’obelisco che all'epoca si trovava a fianco della basilica. Siccome le operazioni per il trasferimento erano delicatissime e con il rischio di spezzare l'obelisco il pontefice impose alla folla di curiosi di fare silenzio minacciando la pena di morte a chi avesse disturbato le maestranze impegnate in quel compito.

A un certo punto però, in un momento delicato dell’erezione del pensante monolite, proprio quando le funi erano tese al massimo, si sentì qualcuno gridare in dialetto ligure: acqua alle corde! A rompere il silenzio e trasgredire agli ordini papali fu il sanremese Benedetto Bresca, un capitano che da esperto marinaio, si intendeva  di cime e sapeva che le corde troppo asciutte e troppo tese si sarebbero potute sfilacciare rompendosi, facendo crollare l’ obelisco.  L’indicazione di bagnare le corde fu provvidenziale e contribuì al successo dell’operazione.  Bresca, venne comunque arrestato ma quando fu appaurato che il suo intervento risultò salvifico, venne “graziato” Così lo portarono al cospetto di Sisto V che gli chiese di scegliere una ricompensa. Lui chiese e ottenne il privilegio per sè e per i propri discendenti di rifornire il Vaticano delle foglie di palma, per le celebrazioni della Settimana Santa. Il Papa gli consegnò anche il gonfalone papale da issare sull’albero maestro delle sue navi per garantirgli la precedenza all’ingresso nel porto di Ostia e durante il trasporto lungo il Tevere. 

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PASQUA

Le messa della Domenica delle Palme sarà presieduta da Francesco alle 10 assieme ai cardinali e ai vescovi. Con questo rito si entra nella cosiddetta Settimana Santa che culmina con la Pasqua. Il 28 marzo, Giovedì Santo, sempre nella Basilica vaticana il Papa celebrerà alle 9.30 a Messa del Crisma, nel giorno in cui i sacerdoti rinnovano le loro promesse. Il Venerdì Santo vedrà il consueto doppio appuntamento con la celebrazione della Passione del Signore alle 17 in San Pietro e poi alle 21.15 il rito della Via Crucis tra le fiaccole dei fedeli e le arcate del Colosseo. Quindi la sera del 30 marzo, Sabato Santo, alle 19.30, la Veglia presieduta da Francesco e alle 10  la Messa pasquale e alle 12 dalla Loggia centrale della Basilica la Benedizione Urbi et Orbi.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Marzo 2024, 12:41
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