SPOLETO Sette anni di reclusione per violenza sessuale aggravata. È questa la condanna che il Tribunale, in composizione collegiale, ha inflitto ieri a uno spoletino di 51 anni, accusato del gravissimo reato ai danni della nipote, che all’epoca dei fatti aveva meno di 10 anni. Una vicenda delicatissima e molto dolorosa, che ha preso le mosse dallo sfogo che la ragazzina, qualche tempo dopo, ha fatto a un’insegnante. I fatti contestati riguardano un periodo piuttosto ampio, che va dal 2006 al 2010. La bambina, secondo quanto ricostruito dalla procura, si fermava spesso a dormire dagli zii, per stare insieme ai cugini coetanei. Una situazione di apparente normalità, ma che per la vittima si trasformava in un incubo, a causa delle ripetute attenzioni sessuali rivoltele dallo zio. L’accusa è di quelle che fanno tremare i polsi: l’uomo, infatti, avrebbe sfruttato «l’incapacità di reazione della vittima», che per pudore o vergogna, come spesso accade in questi casi, avrebbe taciuto le attenzioni subite. La bambina, quando nessun altro della famiglia poteva accorgersene, sarebbe stata palpeggiata dall’adulto, che si sarebbe mostrato anche nudo. Soltanto qualche anno dopo, i fatti sono emersi in tutta la loro gravità, con l’insegnante che ha saputo cogliere il malessere della ragazzina, avviando l’iter previsto in questi casi.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Aprile 2022, 12:40
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