Giovani morti a Terni, la disperazione della preside: «Fatto di tutto per stare vicini ai ragazzi anche a distanza»
di Aurora Provantini
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La perdita di due adolescenti apre diversi spazi di riflessione, sempre che quelle morti non siano accidentali. La scuola è un presidio continuo di tanti comportamenti a rischio.
«Organizzare in questo istituto l'intervento di unità cinofile antidroga più volte l'anno - spiega Leonelli - anche se a qualcuno è sembrato eccessivo, è comunque un'azione di prevenzione e monitoraggio a comportamenti a rischio. Cosi come tutte le iniziative di educazione alla salute, al disturbo dell'alimentazione, al corretto uso dei social, o relative alle conseguenze dovute all'abuso di alcolici».
Tutto quello che ha a che fare con profili di disagio e sofferenza dei giovani è stato gestito a distanza. «Invece la compagnia e l'affettività a questa età deve essere educata». «La condivisione del tempo ci è mancata. Ci è stata strappata la possibilità di passare una mano sulla testa di un adolescente triste, che in quel momento aveva bisogno magari solo di un gesto di affetto fisico». «Ho sentito il papà - conclude la preside - di fronte a quel dolore non posso che restare in silenzio e condividerlo intimamente».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Luglio 2020, 14:12
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