Scontri con i tifosi dell’Avellino, per sei ultrà del Grifo chiesta l’assoluzione

Uno di loro rischia però un anno di condanna per una bomba carta

Scontri con i tifosi dell’Avellino, per sei ultrà del Grifo chiesta l’assoluzione

di Michele Milletti

PERUGIA – Il campo continua a riservare delusioni. Ma dal tribunale arrivano buone notizie per sei ultrà del Perugia (appartenenti al gruppo Ingrifati) sotto processo per quello che venne definito un assalto ad alcuni tifosi dell’Avellino, nell’ottobre 2016 nei pressi del Curi un’ora prima del match tra le due squadre. La pubblica accusa infatti, rappresentata ieri in aula dal pm Giampaolo Mocetti, ha richiesto l’assoluzione per tutti gli imputati dal reato di rapina aggravata perché non sarebbero emersi elementi sufficienti a loro carico

È stata invece richiesta la condanna per un solo imputato perché al momento della perquisizione domiciliare, successiva agli scontri dopo l’individuazione degli ultrà, era stata rinvenuta una bomba carta. La richiesta del pm è di un anno di reclusione e tremila euro di multa, ma i difensori dei sei tifosi (gli avvocati Stefano Tentori Montalto e Andrea Pierozzi) ritengono che ci siano i presupposti per un proscioglimento anche per questo capo di imputazione il prossimo tre luglio quando ci sarà la discussione proprio delle difese.

I FATTI

La cronaca va riportata indietro di sette anni e mezzo. È l’ottobre 2016, manca circa un’ora a Perugia-Avellino (serie B, 3-0 per i grifoni) quando in piazzale Umbria Jazz arrivano tre veicoli: all’interno, sciarpe e abbigliamento degli occupanti non lasciano dubbi. Sono biancoverdi, sono tifosi dell’Avellino. Un errore del navigatore li porta nel bel mezzo del tifo biancorosso, a pochi metri dalla questura, e troppo lontani dall’ingresso del Curi destinato agli ospiti. La ricostruzione dei fatti affidata agli investigatori della Digos racconterà di un’aggressione, poi tramutata in scontro, da parte di una decina di tifosi biancorossi, i sei finiti poi sotto processo per rapina in concorso e altri quattro che non avrebbero avuto un ruolo attivo.

Fondamentali le immagini delle telecamere di sorveglianza di piazzale Umbria Jazz per risalire ai volti e dunque anche ai nomi e cognomi dei tifosi coinvolti. Indagini durate qualche mese finché a marzo 2017 la polizia fa un’irruzione nelle case dei sei tifosi. La polizia all’epoca comunicò di aver sequestrato materiale, ritenuto utile per le indagini, «comprovante la partecipazione ad attività violente in occasione di eventi sportivi». Una versione fortemente contestata allora proprio dagli Ingrifati con una netta presa di posizione.

Ai sei, nonché agli altri quattro che furono definiti non direttamente coinvolti ma il cui «comportamento, nel corso dell’episodio, è risultato rilevante sotto il profilo della violazione delle norme afferenti alla partecipazione alle manifestazioni sportive», furono notificati altrettanti Daspo per diversi anni.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Maggio 2024, 17:41
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