La navigazione in incognito non è sicura al 100%: ecco tutte le insidie da considerare

La navigazione in incognito non è sicura al 100%: ecco tutte le insidie da considerare

di Enrico Chillè
Tutti i principali browser per la navigazione nel web consentono la modalità in incognito (o privata), utile per non far sapere ad altri utenti che utilizzano il nostro stesso dispositivo alcune delle pagine che visitiamo. Siamo però davvero sicuri di essere sicuri e non tracciabili quando utilizziamo la navigazione in incognito? Sembra proprio di no, perché i rischi e le insidie si nascondono dietro l'angolo.

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Da Google Chrome a Mozilla Firefox, passando per Safari Microsoft Edge, i browser più popolari informano preventivamente l'utente che i dati della navigazione in incognito possono essere visualizzati dai siti web visitati, dal provider di servizi Internet e, se siamo connessi in una rete non domestica, dal datore di lavoro o dalla scuola. Non sono, però, gli unici casi in cui la navigazione in incognito può essere individuata e tracciata. Navigare in incognito, infatti, comporta dei rischi che vanno tenuti in considerazione: non siamo del tutto irrintracciabili e le nostre attività potrebbero essere monitorate anche dalla polizia postale o da terze parti capaci anche di geolocalizzare la nostra posizione. La modalità privata, inoltre, non rende i nostri dispositivi immuni da attacchi di virus e malware.

La nostra privacy, durante la navigazione in incognito, è garantita solamente per alcuni aspetti, come la cronologia, i cookie e i dati dei siti e le informazioni immesse nei moduli. In questi casi, il browser non salverà alcuna informazione, ma nel caso in cui dovessimo scaricare dei file o inserire alcune pagine web tra i preferiti, tutto questo sarà regolarmente salvato nella lista del browser o nelle cartelle di download. Anche altri utenti potranno così visualizzare queste informazioni relative alla navigazione in incognito.
Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Maggio 2018, 16:46
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