Ex Ilva, chiusura collettiva confermata: dieci giorni di ferie ai dipendenti

E ieri l’amministrazione straordinaria ha mandato via l’ingegner Adolfo Buffo, dirigente di primo piano per tanti anni dell’azienda

Ex Ilva, chiusura collettiva confermata: dieci giorni di ferie ai dipendenti

di Domenico PALMIOTTI

È confermato: dal 26 aprile al 5 maggio in Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria scatterà una chiusura collettiva. I dipendenti potranno andare in ferie, utilizzando le loro disponibilità (ma sarà una scelta personale e volontaria) ed effettuare così un lungo ponte che, sfruttando il calendario, parte dalla festa della Liberazione e va oltre la festa del Lavoro. Intanto, il Governo, attraverso il sottosegretario alla presidenza, Mantovano, ha convocato i sindacati metalmeccanici su Acciaierie d’Italia alle 15 del 29 aprile nella Sala Arazzi di Palazzo Chigi. Erano stati i sindacati a rivolgersi alla premier Meloni. E resta confermato l’incontro del 7 maggio tra sindacati e commissari.

E ieri l’amministrazione straordinaria ha mandato via l’ingegner Adolfo Buffo, dirigente di primo piano per tanti anni dell’azienda, dove è stato anche direttore generale e direttore di stabilimento. Buffo, che era in pensione, aveva un contratto che gli aveva fatto l’ex ad Lucia Morselli e svolgeva l’incarico di direttore della Qualità. Si occupava anche dell’Accademy per la formazione dei giovani ingegneri. È la terza uscita di spicco post Morselli dopo quelle di Fabio Montin (Affari Legali) e Domenico Ponzio (Acquisti).

Lo stop

Venendo allo stop feriale, riguarderà sia gli addetti alle funzioni di staff che quelli della produzione, escluse le figure e le mansioni strettamente necessarie. In quei giorni il siderurgico avrà quindi un organico ai minimi termini come probabilmente mai è accaduto sinora. La novità stavolta risiede nel fatto che mai sono stati dati così tanti giorni e nell’aver coinvolto anche coloro che sono in produzione, mentre sinora tale misura è stata applicata solo a impiegati e staff.

Cosa succede

L’iniziativa dell’azienda è stata anticipata ieri da Quotidiano e ha subito messo in allarme sindacati e lavoratori, preoccupati dei contraccolpi, del fatto che una fermata del genere costituiva un’ennesima conferma dello stato fortemente critico in cui versa l’azienda e della possibilità che, accanto alle ferie, si usasse anche la cassa integrazione. È così partita una lettera della Uilm diretta al commissario Quaranta, al direttore generale del personale, Picucci, e ai responsabili del personale e delle relazioni industriali per il sito di Taranto, Varruzza e Lonoce. La Uilm, con i suoi delegati e il coordinatore di fabbrica, ha chiesto chiarezza “in merito alle voci circolanti nelle ultime ore all’interno della fabbrica riguardo eventuali chiusure collettive di impianti dal 25 aprile al 5 maggio”, tenuto conto che non era stato programmato alcun “incontro con le organizzazioni sindacali volto a coniugare le eventuali esigenze aziendali con quelle dei lavoratori.

Nel caso in cui tali azioni fossero confermate - ha detto la Uilm -, rappresenterebbero la totale continuità rispetto alla gestione disastrosa precedente. Siamo ancora convinti che l’avvio della gestione commissariale debba rappresentare un cambio di passo nella direzione della tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori. Dignità calpestata per anni”. E comunque, è stato sottolineato, “resta inteso di questo tipo verranno sempre condannate e contestate”.

Dalla protesta sindacale all’intervento dell’azienda, il passo è stato breve. Fonti Uilm dicono che i commissari di Acciaierie a quel punto hanno corretto il tiro. E se prima lo stop rischiava di essere obbligatorio, usando le ferie ma anche la cassa integrazione se gli interessati non ne avessero avute, adesso, invece, è prevista un’adesione volontaria. In sostanza, i lavoratori che hanno ferie da smaltire, possono beneficiarne in questo periodo. Avuto il chiarimento dall’azienda, la Uilm ha quindi comunicato che la chiusura collettiva avverrà “esclusivamente su base volontaria. Ciò significa che i dipendenti avranno la possibilità di partecipare in base alla propria volontà. Durante questo periodo sarà consentito consumare le ferie. I reparti interessati saranno informati direttamente dai preposti per fornire ulteriori dettagli e chiarimenti in merito alla procedura da seguire per aderire alla chiusura collettiva volontaria e per l’utilizzo delle ferie”. Intervenuta anche la Fim Cisl, per la quale “i lavoratori che prestano la propria attività sugli impianti, possono usufruire delle ferie residue in maniera volontaria tenendo conto delle esigenze tecniche-organizzative. Per l’area staff, verranno effettuati negli stessi giorni alcuni presidi. Nelle prossime ore l’azienda invierà comunicazione a tutti i dipendenti sul portale”.

Fonti interne ad Acciaierie hanno intanto ricordato che ai primi di marzo, pochi giorni dopo l’insediamento dei commissari Fiori, Quaranta e Tabarelli, fu precisato che sarebbero state escluse dall’insinuazione al passivo di Acciaierie le ferie residue dei dipendenti al 19 febbraio, il giorno prima dell’entrata in vigore dell’amministrazione straordinaria. Queste ferie sono state infatti ritenute crediti di diritto di lavoro e i dipendenti ne avrebbero beneficiato assentandosi dal lavoro per un diritto acquisito. Questo da un lato avrebbe evitato di ingolfare il passivo di AdI anche con le ferie non smaltite (cosa che è invece avvenuta nel 2015 con l’amministrazione straordinaria di Ilva) e dall’altro riportato ordine nella gestione, visto che in precedenza, con la gestione di Lucia Morselli, è più volte accaduto che i lavoratori abbiano chiesto ferie, se le siano viste autorizzare, e poi in busta paga hanno trovato che quei giorni di ferie erano diventati, su scelta dell’azienda, cassa integrazione. Il ricorso alle ferie per questo lungo ponte rientra quindi in questa logica, si spiega da parte dell’azienda, tenuto conto anche della bassissima attività in corso.

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Ultimo aggiornamento: Domenica 21 Aprile 2024, 20:22
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