La Uefa ha lanciato l’ultimatum a Roma. E non solo perché l’avvertimento arrivato da Nyon è riferito anche alle altre città ancora “in bilico”: Monaco, Bilbao e Dublino. La deadline è quella del 19 aprile. Entro quella data la Figc, così come le altre federazioni, dovranno dare conferma se ammetteranno o no gli spettatori allo stadio per la rassegna continentale di giugno. «In quella data verrà deciso se le partite previste in quelle città si disputeranno effettivamente in quegli impianti» ha fatto sapere l’Uefa. Il massimo organismo calcistico europeo non vuole fare differenze tra chi è più avanti con il piano vaccinale e chi è più indietro.
IL PIANO DELLA FIGC
La Federcalcio non si arrende e va avanti forte dell’apertura fatta alcuni giorni fa dal ministro della Salute, Roberto Speranza e dalla Sottosegretaria Valentina Vezzali. Chiara la volontà politica di salvare il grande evento nella capitale. Da via Allegri avevano chiesto un po’ di tempo per poter definire un piano più concreto. Tradotto bisogna fare i conti con il Cts dove all’interno c’è una corrente che non vede di buon occhio l’apertura. Dieci giorni sono pochi ma Gravina continua a lavorare senza sosta. A dare ulteriore speranza sono le parole del premier Mario Draghi che ha annunciato che a giugno si va verso una riapertura generale. E il calcio d’inizio dell’Europeo è fissato l’11 giugno proprio a Roma. La Uefa ha chiesto un minimo del 25% della capienza dell’Olimpico. Possibile che alla fine si arrivi ad un compromesso.
LE ALTRE NAZIONI
Se 4 Nazioni sono ancora in dubbio, altre 8, invece, hanno dato conferma. Precise anche le percentuali che vanno dal minimo richiesto allo stadio completamente a porte aperte. Londra ha annunciato una capienza del 25% (22,500 spettatori) per la fase a gironi e gli ottavi, ma spera di salire ulteriormente per semifinali e finale (50%) secondo quanto garantito dalla Football Association.
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Ultimo aggiornamento: Sabato 10 Aprile 2021, 19:54
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