Pioli: "La Lazio non ha leader,
la nostra forza è il gruppo"

Pioli: "La Lazio non ha leader, ​la nostra forza è il gruppo"

di Enrico Sarzanini
ROMA – La forza del gruppo. Ecco svelato il segreto della Lazio. Tutto merito di Pioli, che in questi mesi ha cercato di dare vita a una squadra senz'anima ma soprattutto alla ricerca di un'identità. Con tanti giocatori titolati ma senza un vero e proprio leader al di fuori del campo, il tecnico ha dovuto puntare sul gruppo e visti i risultati che arrivano dal campo sembra aver colto nel segno.





A sentire i giocatori, a dire il vero, il segreto della Lazio sarebbe proprio nell'allenatore. L'ultimo a svelarlo è stato Parolo subito dopo il 2-0 sulla Fiorentina: «Lui è per noi una vera e propria guida: ci mette in campo e ci prepara bene, ci dà le dritte e noi siamo i suoi uomini che mandano in campo le loro qualità, se mettiamo lo spirito di unione e di lotta come dice l'inno, la Lazio può dire la sua e può fare bene». Già l'inno, altra trovata del tecnico biancoceleste per compattare il gruppo. Lo aveva fatto già in ritiro, lo ha riproposto prima della sfida del Franchi: far cantare sul campo prima dell'allenamento uno degli inni della Lazio. Ha portato bene e verrà riproposto anche in futuro.



Nessun leader fuori dal campo, quando si scende sul terreno di gioco c'è chi sa dirigere l'orchestra e lo fa da vero Direttore: si tratta di Biglia. E' lui l'uomo in più, il faro del centrocampo della Lazio. Out da un mese per l'infortunio al piede destro, è tornato a Firenze sfoggiando una prestazione monumentale. Lucido per tutti e novanta i minuti nonostante il caldo abbia mietuto vittime tra i 22 in campo (i crampi hanno costretto diversi giocatori a chiedere il cambio), nelle tre partite senza di lui la squadra aveva perso in fraseggio ma soprattutto in lucidità. Punto fermo della nazionale argentina, il cittì Martino non ha esitato a dire che nella finale al Mondiale in Brasile contro la Germania «è stato senza ombra di dubbio il migliore». Da Biglia a Djordjevic il passo è breve: uno costruisce, l'altro segna con una facilità a tratti disarmante: 5 reti in tre gare ed il fiuto del gol da attaccante vero. Nessuno pronuncia la parola Champions, ma da domenica l'obiettivo è diventato il terzo posto.



Intanto arriva una buona notizia per Berisha: la Fifa ha archiviato il procedimento nei confronti del portiere che rischiava la squalifica avendo nel 2013 firmato il contratto con la Lazio e un pre-accordo con il Chievo.
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Ottobre 2014, 10:56

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