Catania e gare comprate, arrestato Pulvirenti:
"5 partite nel mirino, giocatori non indagati"

Catania, partite comprate per non retrocedere in Lega Pro: arrestato Pulvirenti, 5 gare nel mirino. "Giocatori non indagati"

di Ernesto De Franceschi
MILANO - «Stamu avvulannu!» esultavano in dialetto siciliano al telefono dopo il quinto risultato utile di fila che aveva cancellato per il Catania l'incubo della Lega Pro.





Quattro vittorie (3-0 al Varese, 4-1 al Trapani, 2-1 al Latina e 2-0 alla Ternana) e un pareggio (1-1 col Livorno) dal 2 aprile al 2 maggio scorsi: 5 partite dell'ultima serie B che secondo la Procura catanese il club siciliano si era comprato (una sesta, contro l'Avellino, è sotto osservazione). Tanto che ieri all'alba sono finiti agli arresti domiciliari il presidente, Antonino Pulvirenti, l'amministratore delegato Pablo Cosentino, il direttore sportivo Daniele Delli Carri. Con loro sono stati arrestati (anche loro ai domiciliari) i procuratori Giovanni Impellizzeri, Piero Di Luzio, Fabrizio Milozzi e Fernando Arbotti.











Nell'inchiesta ci sono anche diversi indagati. Come ha spiegato il procuratore di Catania Giovanni Salvi le persone coinvolte sono il proprietario del Messina Pietro Lo Monaco, l'ad dello stesso Messina Alessandro Failla e il ds Fabrizio Ferrigno, e i giocatori Alessandro Bernardini (Livorno) Riccardo Fiamozzi (Varese), Antonio Daì (Trapani) e Matteo Bruscagin (Latina). Non sono indagati calciatori del Catania. I giocatori per aggiustare i match avrebbero ricevuto, in media, 10 mila euro ciascuno. «L'inchiesta nasce dal fatto che il presidente del Catania Calcio Pulvirenti era pressato dai tifosi e temeva anche per la sua incolumità e si è rivolto alla Procura», rivela il procuratore Salvi.











Dopo la sconfitta casalinga contro la Virtus Entella, con gli etnei in piena zona retrocessione, Pulvirenti, nel frattempo dichiaratosi «estraneo ad ogni fatto», il direttore sportivo Delli Carri e l''ad Cosentino, si sarebbero attivati, prendendo contatti con gli altri indagati, per far vincere i rossoazzurri. Dalle intercettazioni emerge che Pulvirenti era “il magistrato”, “l'udienza” o “la causa” era invece il modo in cui veniva indicato al telefono l'incontro da truccare grazie “al treno”, vale a dire il calciatore che si sarebbe prestato alla truffa, l'orario del treno era il numero di maglia del calciatore corrotto. Il capo della Procura sportiva Stefano Palazzi ha già richiesto le carte ed aprirà l'ennesima indagine. La certezza è l'ennesimo terremoto, questa volta nel campionato di serie B.









"10MILA EURO A GIOCATORE" Le indagini su alcune partite del campionato di Serie B che sarebbero state comprate sono state avviate all'indomani della sconfitta del Catania con la Virtus Entella per 2-0 del marzo scorso. Un risultato che fece sprofondare la squadra etnea in zona retrocessione. L'operazione, denominata «I treni del gol», ha preso spunto da intercettazioni telefoniche tra gli indagati che utilizzavano sempre lo stesso modus operandi parlando in codice. I «treni in arrivo» erano i giocatori da avvicinare; gli «orari di arrivo» le maglie che i calciatore avrebbero indossato in campo, così come gli investigatori hanno accertato per la partita contro il Varese. I giocatori corrotti avrebbero ricevuto in media 10 mila euro ciascuno. Nell'inchiesta sono indagate complessivamente 19 persone.



PULVIRENTI: "IO ESTRANEO" «Estraneo» alle accuse contestate e «certo di potere dimostrare la totale estraneità ai fatti». È la posizione del presidente del Catania, Antonino Puvirenti, che attraverso il suo avvocato, il professore Giovanni Grasso, esprime «massima fiducia nella magistratura».



«Abbiamo la massima fiducia nella magistratura catanese - afferma l'avvocato del presidente Pulvirenti, il professore Giovanni Grasso - il presidente è certo di poter dimostrare la sua totale estraneità ai fatti. Il presidente - annuncia il legale - intende prendere delle decisioni immediate sul suo ruolo nella Società Calcio Catania spa, al fine di potersi difendere con la massima serenità e di salvaguardare gli interessi della società sportiva».



AI DOMICILIARI DELLI CARRI È stato arrestato ai domiciliari nella sua abitazione di Francavilla al Mare, l'ex direttore sportivo del Pescara Daniele Delli Carri, raggiunto dal provvedimento dalla Procura di Catania in merito alla nuova inchiesta sul calcio scommesse della magistratura etnea. Delli Carri è stato protagonista con il Pescara di Zeman nella promozione di tre anni fa in Serie A. Dopo l'esperienza con il Pescara aveva lavorato con il Genoa e recentemente con il Catania.



Ha destato stupore nella tifoseria biancazzurra il coinvolgimento nell'ultimo filone d'inchiesta sul Calcioscommesse di Daniele Delli Carri. 44 anni, nativo di Foggia, e residente a Francavilla al Mare (Chieti), il nome del dirigente catanese é legato indissolubilmente all'Abruzzo e al Pescara dove Delli Carri é stato prima calciatore e poi dirigente, prima del divorzio dalla società adriatica. Daniele Delli Carri arriv¢ dalla Fiorentina al Pescara nella stagione 2005-2006, quando la squadra abruzzese era in serie B, guidata da Maurizio Sarri, e rimase anche nella stagione successiva, quando la squadra prima di Ballardini, poi di Ammazzalorso e infine del duo De Rosa-Vivarini, retrocesse in serie C.



L'ultima stagione da giocatore fu quella nel 2008, in serie C a Lanciano (Chieti). Poi l'inizio della carriera da dirigente, partendo sempre dall'Abruzzo l'anno dopo nella Renato Curi Angolana, formazione di Citt Sant'Angelo (Pescara), allora militante in serie D. Nel 2010 Delli Carri approda al Pescara che in quella stagione militava in serie B, con in panchina Eusebio Di Francesco. Delli Carri poi resterà altre stagioni nella societ adriatica, raggiungendo i migliori risultati nell'anno del Pescara dei miracoli guidato da Zdenek Zeman. Diverse le operazioni di mercato concluse con successo dal dirigente di origine pugliese, prima della decisione di lasciare Pescara, per approdare prima al Genoa e poi al Catania.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Giugno 2015, 10:05

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