Tuffi: azzurri senza medaglie a Doha, Daley d'oro

Nessuna medaglia per l'Italia nei mondiali di tuffi a Doha: Elena Bertocchi perde l'argento

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di Piero Mei

I tuffi che davano le prime medaglie ai mondiali delle discipline acquatiche hanno detto di no all’Italia nella prima giornata di Doha. Niente podio, il quarto tuffo è un pasticcio che fa scivolare l’argento di Elena Bertocchi in finale e la qualificazione per la stessa di Chiara Pellacani da un metro individuale. Nel Team Event c’è subito la “botta” con lo zero di Matteo Santoro. Il mondo dei tuffi, però, fa festa al ritorno d’oro di Tom Daley, il britannico che la Regina fece cavaliere per il suo “servizio ai tuffi, alla comunità LGBTQ+ ed alla beneficenza”. E’ stato due anni fuor d’acqua e appena tornato è ripartito da quel che era suo: l’oro. Buone nuove dal nuoto artistico. Avanti tutti nei preliminari.

UN TUFFO “TRADITORE” è il 303B: è il salto mortale e mezzo rovesciato carpiato. E’ il quarto nelle cinque rotazioni di finale. Elena Bertocchi sale sul trampolino da un metro che ha “quasi preso” l’argento mondiale: sarà solo un miraggio per la milanese di Roma (si è trasferita nella Capitale a scopo “tuffatorio”) perché il tuffo la tradisce e quel punteggio di 28,80 si mangia tutto il vantaggio che Elena aveva accumulato sulla muta delle inseguitrici: aveva più di 5 punti sopra, finisce nella vasca che ha l’acqua placida ma deve sembrarle un gorgo che la ingoia. La classifica la vedrà undicesima su 12. Dirà Elena: «Ho sbagliato perché l’ho fatto abbondante. In aria non sapevo dove ero. Va bene: in fondo era solo una gara di riscaldamento, gli obiettivi sono altri». I 3 metri e Parigi. «Un’occasione persa _ dice il ct Oscar Bertone – anche perché non c’erano le cinesi; sì, lì ha fatto troppo alto ed è costato quei 20 punti che avrebbero fatto medaglia». Il quarto tuffo era una ghigliottina: anche per l’egiziana Maha Amer che era nettamente prima. Lo ha sbagliato ed è finita così terza. Il suo bronzo è la prima medaglia mondiale dell’Egitto nei tuffi e la seconda africana di sempre: il mondo si allarga sempre più, la concorrenza cresce. E nel metaverso c’è solo la Cina.

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UN TUFFO “PERFIDO” è il 5333D, un numero e una lettera che Chiara Pellacani non metterà tra i suoi preferiti. E’ l’identificativo del “salto mortale e mezzo rovesciato con un avvitamento e mezzo”; era il quarto nella lista dei cinque tuffi e la supermedagliata romana lo ha completamente sbagliato raccogliendo un punteggio di appena 7.80 che la ha cancellata dal cucuzzolo della classifica dove era dopo i primi tre tuffi e che la vedeva probabile finalista.

UN TUFFO “ASSASSINO” è il 307C, triplo salto mortale e mezzo rovesciato, stavolta da 3 metri. E’ il tuffo con cui Matteo Santoro apre il suo mondiale nel Team Event. E’ il secondo a entrare in gara nel quartetto di teenagers (76 anni in quattro, Pellacani 21, Santoro 17, Irene Pesce 17 e Timbretti 21): Chiara ha fatto il suo, Matteo sbaglia il presalto, torna indietro, va, si tuffa e l’esercizio gli viene disastroso. La penalità per il presalto gli toglie pure i punti che prenderebbe comunque e il risultato per lui è di “zero”. Riprendersi è impossibile, tanto più che se non ci sono i cinesi c’è però la Gran Bretagna con Tom Daley che vincerà l’oro. Azzurri alla fine decimi su dodici. Tom Daley, il ragazzino inglese che 14enne nel 2008 si batteva alla pari con i cinesi, il più giovane campione europeo di sempre (e poi mondiale ed olimpico), sopravvissuto al bullismo che lo costrinse a dare l’addio alla sua città natale, ritiratosi dopo Tokyo 2020 (oro nel sincro dalla piattaforma) ha deciso di tornare in gara, obiettivo Parigi. E adesso che è diventato “grande” (ha quasi trent’anni, due figli con il coniuge, il premio Oscar Dustin Lance Black, lo sceneggiatore che vinse la statuetta con “Milk”) è rimasto “grande” anche nei tuffi. E con l’ultimo esercizio, il sincronizzato misto dalla piattaforma in coppia con Andrea Spendolini, strappa il punteggio di 76,80 e controsorpassa il Messico (Ocampo aveva sfiorato nel tuffo precedente i 100 punti) e gli porta via dal collo la medaglia d’oro. E’ un avvertimento per i cinesi, assenti in questa specialità non olimpica: Tom c’è ancora.

ARTISTI IN FINALE

Supera le eliminatorie il contingente azzurro del nuoto artistico. La prima è Susanna Pedotti, che si piazza sesta su 28 con il suo esercizio “The Dragon Princess”: si è presa un anno sabbatico, la 18enne milanese, che ora si iscriverà a Ingegneria Biomedica. Dice di essere serena ed è pronta alla doppia sfida di domani, la finale del solo tecnico e il duo misto tecnico, nel quale, in coppia con Giorgio Minisini, si esibirà sulla musica del “Requiem” di Verdi, quello scritto per la celebrazione di Alessandro Manzoni.

Anche Giorgio avrà due gare da eliminatoria domani: quella con Susanna e quella della Routine Acrobatica, la squadra che cerca la qualificazione olimpica nella prima volta di un maschio tra le ragazze, raggiungimento di una lunga battaglia per la fine della discriminazione nel nuoto artistico, come si chiama oggi il sincronizzato.

Curiosamente, in questa gara Minisini avrà come avversario il suo idolo di bambino, l’americano Bill May, il primo “rivoluzionario sincronetto” che a 45 anni continua a gareggiare e vuole coronare la sua lunga guerra (fu “cacciato” da Atene 2004 perché uomo) nella vasca di Parigi. Minisini oggi si è classificato quarto sulle note di “Still lovingyou” degli Scorpions nel preliminare del singolo tech, finale lunedì alle 18, si riparte da zero e dunque c’è il podio a portata di mano. Tanto più che il quarto posto si deve solo al famigerato “basemark”, una specie di colpo di spugna su tutti i punteggi acquisiti negli esercizi ibridi (cioè a piacere) introdotto dal nuovo regolamento. Certo, il ragazzino cinese Yang Suncheng, classe 2007, ha impressionato. Linda Cerruti e Lucrezia Ruggiero si sono qualificate per la finale del duo tecnico con il quarto posto.

“PRENDERE LA BASTIGLIA”

Parte domani un’altra gara in chiave di qualificazione olimpica: quella del nuoto in acque libere, settore maschile e femminile, dopodomani le ragazze della pallanuoto. Cominciano, e non per cavalleria ma per calendario, le donne. Le ragazze del Setterosa avranno un decollo morbido contro la Gran Bretagna. Sarà lungo il torneo. Le ragazze del fondo, invece, avranno, per Parigi, solo il colpo di stamattina nell’acqua fredda del Porto Vecchio. E’ la 10 chilometri, che è la sola gara olimpica del nuoto di fondo. Bisogna centrare un posto tra le prime 13. Ci provano Arianna Bridi e Ginevra Taddeucci. Arianna sta tornando dopo anni di sofferenza (problemi cardiaci ora superati). Si allena, adesso, a Ostia, nel gruppo di Fabrizio Antonelli, cioè con Paltrinieri, Acerenza eccetera. Fra l’”eccetera” anche Leonie Beck, tedesca, campionessa d’Europa, e la plurititolata brasiliana Ana Marcella Cunha, in una specie di Real Madrid o Paris St Germain sul Lido di Roma. Ma occhio a Sharon Van Rouwendaal, l’olandese volante. A proposito di Paltrinieri: Greg è arrivato a Doha, ha “provato” la piscina, nella quale lo aspettano gli 800 e i 1500, ma prima farà la 5 chilometri e la staffetta 4x1500 nel mare, che è il suo elemento preferito (anche se adesso ha in mente un fiume: la Senna…). Risultati e programma sul sito www.federnuoto.it.


Ultimo aggiornamento: Sabato 3 Febbraio 2024, 20:15
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