Giro, la difesa di Ruffoni: «Non ho mai truffato, è tutta colpa di una prostatite»

Giro, la difesa di Ruffoni: «Non ho mai truffato, è tutta colpa di una prostatite»
«Non ho mai, e dico mai, utilizzato durante la mia carriera di ciclista prodotti vietati dal regolamento antidoping». Si difende così, con un post su Facebook, Nicola Ruffoni, trovato non negativo ad un controllo antidoping a fine aprile ed escluso dal Giro d'Italia. «Le mie abitudini alimentari - scrive il corridore del team Bardiani-Csf, che lo ha sospeso - non sono cambiate negli ultimi mesi, così come non è cambiato il mio stile di vita. Sto cercando di dare una spiegazione logica a quanto mi è successo rivivendo quello che ho fatto nel mese prima del controllo. La cosa che forse potrebbe avere attinenza con la presenza di ormone della crescita nelle mie urine, potrebbe essere una forte prostatite di cui ho sofferto nel periodo dal 20/3 al 20/4 e che mi ha costretto a sospendere l'attività e a curarmi con antibiotici. Mi rivolgerò pertanto ad un esperto endocrinologo per avere informazioni in merito. Sono consapevole che la mia carriera di ciclista sia a rischio, ma sono altrettanto consapevole di non aver messo in atto nessuna procedura truffaldina. Aspetterò pertanto serenamente le controanalisi e cercherò di difendere fino in fondo la mia credibilità».
Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Maggio 2017, 00:21
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